Viviamo in tempi senza fantasia: la povertà della politica, la protervia degli affari, l’arroganza di un potere comprato fanno sì che gli argomenti o gli inganni siano sempre gli stessi, squallidamente gli stessi.
Così Giulio Tremonti, nell’annunciare la vendita o svendita delle spiagge per far cassa ed evitare così di dar qualunque fastidio agli evasori fiscali, dice con l’insolenza che distingue le sue bugie da quelle sfacciate del premier che “resteranno pubbliche”. Esse verranno sì date in concessione ai gestori per 90 anni e saranno quindi interdette a chi non paga, però rimarranno pubbliche: è solo la gestione che sarà privata.
Guarda caso l’argomento è assolutamente identico a quello che viene usato anche per l’acqua, questa volta da un più ampio spettro politico, anzi diciamo pure che costituisce la giustificazione pretestuosa con la quale una larga fetta dei vertici Pd pretende di far passare la privatizzazione obbligatoria dell’acqua: il bene rimane pubblico, solo la gestione è privata.
Purtroppo a fondamento del bene pubblico, come insegna la giurisprudenza elementare, c’è la non escludibilità dal consumo, cosa che invece è insita nella privatizzazione di due beni come l’acqua e i beni demaniali che sono quelli pubblici per eccellenza, incontestabili persino della scuola di Carl Menger. Di fatto se la fruizione effettiva del bene è affidata a soggetti privati che devono trarne un profitto, dunque la possono distribuire solo a un sotto insieme di popolazione in grado di pagare il prezzo richiesto, la proprietà pubblica diventa un non senso. Anche in termini formali.
Ma tutto questo non passa nemmeno per la testa a quelli che vogliono svendere o fare affari, cercando di aggredire la comunità nel suo insieme. Magari la chiamano pure modernità. E di fatto sono così moderni da aver assicurato, almeno per l’acqua, un minimo di guadagno sicuro per i futuri gestori: un ben strano concetto di privato e di rischio. Molto vicino a quello della semplice rapina e comunque a quella della distribuzione sempre più ineguale del reddito. E del resto questa è la logica inevitabile quando si applicano concetti proprietari a tutto e concetti imprenditoriali a beni così essenziali da essere fuori dal mercato, ma dentro i diritti fondamentali.
Per quanto mi riguarda possono anche fare a meno di venirmi a infastidire con i loro argomenti rozzi e fuori da un minimo di vero senso della collettività e degli interessi generali, presenti e soprattutto futuri. Per me sarebbe molto meglio che Tremonti e gli altri parlassero come mangiano. E come bevono, si capisce. Ma ai referendum ci vado eccome.
A proposito dei referendum vi invio un’email ricevuta stamattina.
Ciao a tutti,
confermo la necessità di questo passaparola, aggiungendo che si tratta di informazione per ri-affermare i diritti costituzionalmente garantiti . Il dramma è che sembra la maggior parte della popolazione non sia consapevole di quanto sta avvenendo.
Quello che Vi porto è solo un piccolo esempio. Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell’acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche.
‘E arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l’argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure.
Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui “il servizio pubblico” viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilit� dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente.
Il referendum è evidentemente anche questo!
Mariachiara Alberton
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM… perchè il Governo non farà passare gli spot ne’ in Rai ne’ a Mediaset.
Sapete perché ? Perché nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum
lo scenario sarebbe drammatico per i governanti ma stupendo per tutti i
cittadini italiani:
Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E’
necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone
Il referendum non sarà pubblicizzato in TV.
I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il
12 giugno. QUINDI : I cittadini, non andranno a votare il referendum.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il
referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Passaparola!
Siamo sommersi da un mare di bugie. Stanno facendo quello che vogliono. Stanno giocando sulla nostra pelle. Gli affari sono affari e i loro accoliti vanno premiati. E su gente senza scrupoli che si regge il loro comandare. Concedere le spiagge in concessione per 90 anni, significa ridurre lo spiaggia pubblica a chi decide d’usufruirne e i poveri ne sono esclusi. Costruiranno lidi, baracchini e impianteranno ombrelloni d’affittare in ogni angolo di terra libera. E chi vorrà accedere dovrà pagare. Specie se il lido sarà “In” con diavolerie d’ogni tipo per soddisfare i forzati della tintarella e del lusso. La stessa identica cosa succede per l’acqua. Insomma per chi è povero ossia la maggioranza degli italiani è consigliabile stendersi e morire.Ci sarà la forza di riprendersi gli spazi e tutto quello che ci stanno togliendo?