Da molti anni è entrato nel costume medico l’obiezione di coscienza, vale a dire il rifiuto di interventi che contrastano con credenze personali, religiose o meno, sebbene essi siano non solo rappresentativi di una volontà esistente nel Paese, ma anche scientificamente e deontologicamente corretti.
Ora, dentro questo declino della società i italiana, dove i valori sembra siano diventati solo quelli di scambio, la classe medica è messa di fronte alla sfida contraria: quella di esercitare la propria obiezione contro interventi scientificamente assurdi, deontologicamente e umanamente aberranti, contrari alla Costituzione stessa che vengono imposti in nome di una “coscienza” che contraddice se stessa e i principi di umanità, libertà e dignità che dovrebbero essere il suo fondamento.
La legge sul testamento biologico, nata per affermare la libertà del paziente, in merito al termine della propria vita, finisce invece per negarla totalmente, stabilendo che alimentazione e idratazione artificiale non hanno nulla a che vedere con la Dichiarazione di trattamento anticipato, non sono terapie e dunque non rientrano nella libertà di non cura garantito dalla Costituzione.
E’ evidente che si tratta di un inganno, di una scappatoia per non introdurre il testamento biologico: ma quale medico in coscienza potrebbe davvero negare che tenere un corpo in vita artificialmente non è un intervento terapeutico? E quale medico potrebbe affermare in piena coscienza che questo espediente, nato da contrattazioni politiche di basso livello, è deontologicamente corretto?
Appello
Quella sul testamento biologico è una legge che nasce dalla cattiva coscienza, che scarica su pazienti, medici e familiari il dramma di una libertà e di una dignità negata, che si configura come un aggiramento della Costituzione, che crea un ulteriore disuguaglianza tra chi avrà i soldi per permettersi trattamenti umani fuori dai confini e tra chi invece dovrà subire una sorta di tortura di Stato. Infine coinvolge i medici in questo meccanismo assurdo e disumano, chiedendo che essi mettano da parte le conoscenze scientifiche e i loro ideali, per pretendere che si facciano complici di giochi grossolani. E chiedendo anche di scambiare le convinzioni religiose, quando vi siano, con un mercato del potere che ha tutt’altri obiettivi.
Per questo la classe medica italiana nel suo complesso, ma anche individualmente dovrebbe avere la forza e il coraggio di opporre un obiezione di coscienza a questa legge che nasce da una radicale incoscienza e irresponsabilità nei confronti dei cittadini. Questo potrà servire a cambiare le cose quando il testo arriverà in Senato, ma anche e soprattutto a conservare la propria dignità: questa infatti non solo è strappata al paziente, ma anche a chi accetta, come un apprendista stregone, di farsi complice di questo furto.
@rosanna giusto nel caso capitasse io ti dico ora che IO NON VOGLIO che tu mi intubi, e NON VOGLIO che tu immetta nel mio corpo cibo ed acqua forzatamente. Sappi che, nel caso ti capitasse di curarmi, non avresti alibi e se tu decidessi di ignorare la mia volontà tu compiresti una violenza crudele, la tua sarebbe una tortura contraria a qualunque deontologia (il che ti dovrebbe far chiedere se hai scelto la giusta professione). Ti dico anche che spero di incontrare medici misericordiosi sulla mia strada e non medici come te che si arrogano il diritto di decidere in luogo dei pazienti in nome di convinzioni religiose oltranziste medioevali senza neanche il coraggio di chiamare le cose come sono.
https://gridoallaluna.wordpress.com/2011/07/14/biotestamento-linferno-e-servito/
Cara Rosanna, io sono un tuo collega e sinceramente mi meraviglia che proprio tu faccia finta di non conoscere tante cose tra cui:
1. cosa sia uno stato semivegetativo permanente. Quella lì sarebbe vita secondo te? Ma davvero sei un medico?
2. le volontà di Eluana
3. La convenzione di Oviedo, e potrei andare oltre…
Questa è una delle condizioni di cui nessuno, se non i diretti interessati, dovrebbe avere la presunzione di decidere. Decisione che non deve essere necessariamente il “lasciarsi morire”, ovvio!
Soprattutto mi chiedo: dove sono i sostenitori della vita quando ci sono colleghi medici che nel pubblico sono obiettori e nel privato fanno aborti all’8° mese? Dove sono quando ci impongono il nucleare, le discariche gli inceneritori, i termovalorizzatori? Dove sono quando bucano montagne ricche di amianto? Dove sono quando vengono a sapere dei condannati a morte? A loro interessano i condannati alla vita?
Chissà se i medici saranno capaci di esercitare la loro coscienza “laica”…mica saranno tutti al servizio del vaticano? In tantissimi obiettano contro la legge sull’interruzione di gravidanza, possono tranquillamente obiettare contro questo orrore che pretende di consegnare le nostre carcasse ai giochini di delirio scientifico per un mantenimento in vita inutile e lontano da qualsiasi “qualità” umanamente condivisibile.
Se lo Stato decide di tenere in vita i malati terminali, allora deve anche fornire centri e personale qualificato per garantire le migliori cure possibili. Invece cosa fa questo indegno governo? Taglia indiscriminatamente la sanità e per dirne un’altra, per il 2011 sono stati rilasciati soltanto 60.000 permessi di soggioro, di cui 3.000 per COLF e Badanti, ovvero qualcosa come 15 badanti per provincia. Assurdo! Questa è IPOCRISIA pura. Provo profonda vergogna per chi ha votato questa legge in Parlamento. Che Dio abbia pietà…
@rosanna. Cosa pensa un comatoso nessuno lo sa, ne convengo. Ma se io nel pieno delle mie facoltà decido che non voglio vivere artificialmente, perchè qualcuno mi deve negare questo diritto? e da medico mi risponda, perchè ai testimoni di Geova viene tutelata la loro scelta di non ricevere trasfusioni , e a me atea viene obbligato un trattamento che non voglio? Lo stato deve garantire che chi vuole vivere in stato vegetavo, lo possa fare e con il massimo dell’assistenza, ma non deve obbligare nessuno a ricevere quell’assistenza,
Sono un infermiere e ho lavorato 2 anni con pazienti in coma e in ventilazione meccanica. Tenere in vita queste persone e’come innaffiare delle piante:un tubo per le urine,uno nello stomaco per il cibo e uno alla gola per respirare,per non parlare delle piaghebe degli edemi che lentamnete divorano questi corpi privi di ‘vita’. Non so quale dio puo’ pensare che sia peccato porre fine a queste esistenze,che per altro costano allo stato 250.000 euro l’anno a paziente
è TALMENTE CONVOLUTO E CONTORTO QUESTO ARTICOLO CHE NON SI è CAPITO NIENTE, INSOMMA SIETE A FAVORE O CONTRO LA MORTE PER FAME E PER SETE DEL COMATOSO?
SE VOLETE SAPERE IL MIO PARERE DI MEDICO è: ASSOLUTAMENTE NON SONO D’ACCORDO IO HO STUDIATO MEDICINA PER TUTELARE LA VITA NON PER DARE LA MORTE, E LA VITA NON VUOL DIRE EFFICIENTISMO E PRODUTTIVITà , NESSUNO SA COSA PENSA UN COMATOSO, ALMENO FINO AD ORA, E IO NON CREDO CHE NON PARLARE NON VEDERE E NON MUOVERSI VUOL DIRE CHE QUELLA PERSONA PENSA CHE VUOLE MORIRE. E SICCOME IO E NESSUNO ALTRO LO SA, IO CONTINUO A BATTERMI AFFINCHè NON SIA UCCISO DA TORTURATORI CHE LO LASCERANNO MORIRE DI FAME E DI SETE COME LA POVERA ENGLARO.