C’è un silenzio che urla più dell’orrore di Oslo. E’ quel cupo silenzio della Chiesa che non sa esprimere la normale, solerte, a volte rituale pietas per le vittime della strage e soprattutto non sa prendere la parola per dirci che il fondamentalismo cristiano di Breivik, è un errore, una deviazione, un’allucinazione. Un silenzio di bomba lo si direbbe, un tacere imbarazzato che si nasconde dietro la parola follia, quella che dovrebbe spiegare tutto e invece non spiega nulla. Ancor più colpevole perché dal profondo dell’insensatezza prendono la parola i fascio integralisti che inneggiano alla strage, come un tal Bruno Berardi, presidente dell’Associazione Domus Civitas, di professione cretino.
E c’è qualcosa di più assordante delle raffiche di mitra che hanno ucciso l’innocenza di un Paese: sono quelle 1500 pagine di Breivik, un compendio di mitologie infantili, un giocare con le figurine, un maelstrom che coinvolge la lettura di wikipedia, di brani di libri, di saggistica deteriore o superficiale. Uno zibaldone penoso dal quale emerge prepotente lo sgomento su come possa essere crudele l’ingenuità.
Poi si capisce che invece è paura, è chiusura, è una reclusione dalla realtà storica e umana. Si capisce bene anche a una prima lettura che Breivik non si è confrontato con nessun problema, tema, argomento caduto sotto la sua paranoica attenzione: l’unica cosa che gli interessa è capire se idee e uomini sono amici del suo panteon da adolescente o sono nemici. Non gli interessa capire, ma solo incasellare nel suo autismo culturale. Si tutto questo è assordante perché sono le stigmate che ritroviamo sempre più spesso attorno a noi: non più il pensiero sociale, ma la dinamica amico nemico.
E’ illuminante questa definizione che l’integralista di Oslo dà di quello che lui chiama il marxismo culturale: un sistema politico / morale, basato sulla “correttezza politica” – un misto di marxismo, estremo
egualitarismo,’umanesimo suicida, anti-nazionalismo, anti-europeismo e capitalismo globale. Idee confuse e contraddittorie dove l’eguaglianza e l’umanesimo assumono un carattere negativo. E assieme ad esse vengono trascinate nel minestrone reazionario e al tempo stesso inconsapevole “i movimenti politicamente corretti come: femminismo, pro-droga e pro-rivoluzione sessuale, anti-razzismo, anti-fascismo, anti-cristianesimo, anti-capitalismo, i diritti dei gay e disabilità, ambientalismo ecc. Tutto insieme come in un ‘antologia di Giovanardi o più spaventosamente come in un’antologia delle cose che abbiamo sentito in questi anni, dette e ripetute all’infinito con stolida sicumera. E allora riconosciamo lo stesso brodo di coltura nel quale è cresciuta la follia autistica di Breivik così come la desolante banalità del berlusconismo.
Non manca in tutto questo la teoria del complotto che è una delle caratteristiche specifiche di certi integralismi ideologici che devono rappezzare in qualche modo il vuoto di spiegazione: così questi marxisti, maoisti, politicamente corretti devono puntare “sulla decostruzione progressiva delle culture europee, le identità e la tradizionale struttura (famiglia nucleare, morale tradizionale e la strutture patriarcale) che ha dominato l’umanità per gli ultimi 300 000 anni”. Peccato, conclude che i musulmani si siano rivelati un osso troppo duro per essere “assimilati / pacificati / femminilizzati”
Verrebbe da ridere se questo pozzo nero di stupidaggini storico antropologiche, non avesse provocato una strage, con la sua bava di veleni. E tuttavia vista la definizione che Breivik fa di se stesso, cioè di un cristiano integralista che ama la struttura patriarcale, la famiglia nucleare e disprezza ogni segno di modernità, eguaglianza, diritti, accoglienza, sarebbe interessante sapere quale differenza esiste con il leghismo. E soprattutto sarebbe interessante sapere dalle alte sfere della chiesa cattolica in che cosa differiscono le idee del vaticano dalle considerazioni del folle di Oslo. O se sono solo i mezzi utilizzati per quest’opera di evangelizzazione contro la socialdemocrazia, ad essere inopportuni.
E’ vero che Breivik se la prende anche col Papa per non essere un efficace difensore delle sue ossessioni e del suo principio di diseguaglianza, con il suo protagonismo onirico. Ma probabilmente perché non ha avuto la fortuna di vivere in Italia. Qui non c’è bisogno di fare strage di uomini: ce n’è già una di verità.
Si vorremmo sentire dalla chiesa, dai partiti conservatori e di destra, dalla società italiana una qualche parola che vada oltre la riprovazione della strage, qualcosa che ci rassicuri sulla civiltà del nostro vivere. Ma forse è già chiedere troppo.
Non spreco il mio tempo per analizzare le teorie di un folle idiota. Anche senza leggerle è evidente che è talmente distante da qualunque posizione del cristianesimo e della chiesa che non vedo perché dovrebbero servire altre dichiarazioni. Sarebbe come chiedere al governo norvegese di prendere le distanze dalle sue idee in quanto cittadino norvegese. Comunque basta cercare per trovare dichiarazioni in tal senso (primi risultati a caso)
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-oslo-i-cristiani-non-centrano-2559.htm
http://www.avvenire.it/Mondo/vescovo+di+oslo+su+breivik_201107260706234900000.htm
Ma l’autore di questo articolo ha una vaga idea delle idee del cristianesimo e, ad esempio, di cosa ha sancito il Concilio Vaticano II nel rapporto con le altre religioni? Forse quelle sono più interessanti da leggere…
E’ chiedere troppo, avere un parere, sarebbe già un buon passo in avanti. Ma viviamo in Italia, dove l’impossibile diventa possibile e alcuni segni premonitori su quanto la Lega sta facendo dovrebbero farci saltare tutti dalla sedia.. L’identità nazionale del nostro paese ormai è stata messa alle corde. Questo fatto dei ministeri in quel di Monza avrebbe richiesto l’intervento del capo dello Stato su una materia che lo riguarda ancor prima della manovra economica, della stizza dei mercati di ciò che dicono le agenzie di Rating. Invece è tutto normale, per cui quello che da noi si verifica esula dall’atteggiamento di qualche folle che imbracciando un fucile, spara su giovani inermi uccidendoli senza pietà.
Ci sono vari modi per seminare il terrore:c’è il terrore che si esprime attraverso un atto fisico e quello che viene instillato attraverso la distruzione dello stato sociale con un continuo stillicidio di tasse che servono per mantenere in vita una banda di tagliagole che si fregiano dello status di parlamentari….
I nostri terroristi sono in camicia,cravatta e doppio petto,in Norvegia impugnano armi e fanno esplodere il loro cieco odio. Pur tuttavia la cosa che mi ha colpita, nel seguire questa dolorosa vicenda ,culminata con la morte di giovani , fatti morire come se si sparasse a una lattina le autorità hanno dichiarato che a questo folle gesto si deve rispondere con più democrazia. In Italia basta una manifestazione per dichiarare lo stato d’allerta, far fronteggiare i manifestanti con lacrimogeni manganelli, come se si trattasse di volgari terroristi e si impongono linee tese a distruggere una democrazia faticosamente costruita, difficile da mantenere in vita per i continui attacchi che ogni giorno le vengono sferrati…