Il “governo sta lavorando dice palazzo Chigi o forse Grazioli o forse villa Certosa, mentre l’altra grande società di rating, Moody’s declassa il debito italiano. Ma basta vedere la faccia terrea di Tremonti per rendersi conto della realtà: è cioè che l’ingiustizia liberista brandita gioiosamente dal berlusconismo, dai suoi ultras in maglioncino o sciarpa  e dai suoi plagiati, sta giocando come il gatto col topo con l’Italia.

Si abbatterà su di noi come si sta abbattendo sulla Grecia. E sarà forse una rivelazione per quei milioni di sedotti in procinto di essere abbandonati. Per quelli che non sono riusciti a scorgere alternative, per coloro che si sono semplicemente lasciati andare  alla corrente.

Basta vedere con quale lentezza, con quanti dubbi e cautele si è timidamente intervenuti per cercare di salvare la Grecia e con quale rapidità invece si stanno trovando soldi e risorse per quelle banche che hanno in portafoglio i titoli greci. L’equità è salvare gli azionisti degli istituto di credito, le assicurazioni che dovrebbero proteggere, almeno in alcuni Paesi, i piccoli risparmiatori, tenere in piedi il sistema. Ma non altrettanto proteggere le persone, le costituzioni, la civiltà. Ieri Bce, Unione europea e l’immancabile Fmi,  hanno fatto  pressioni sul governo di Atene chiedendo l’abolizione del contratto collettivo del lavoro allo scopo di ridurre ulteriormente gli stipendi.

Insomma le banche centrali e gli organismi di contorno stanno gettando la maschera e ormai fanno la parte di governo, sindacati, padroni delle ferriere, castrano intere società e Paesi per salvare qualche banca che peraltro non sarebbe dal salvare se si salvasse la Grecia. A questo punto sanno benissimo che licenziamenti e salari da fame non servono a ripagare il debito, ma solo a deprimere il Pil e a rendere ingovernabile la situazione: ma non riescono ad uscire dal riflesso pavloviano del liberismo.

Oppure la pantomina serve esattamente a togliere dalla testa dei cittadini europei che esistano dei diritti,  che esista la cosa pubblica e che l’eguaglianza sia un’aspirazione e non un’illusione: il duro salario del banchiere padrone è ciò che conta davvero. Ma in ogni caso è sempre più evidente che non esiste un ombrello europeo sotto il quale ripararsi, perché in realtà è proprio da lì che scende la pioggia. Ecco perché le facce terree come di chi ha visto la realtà dietro il bel paesaggio di cartone.  Prima o poi toccherà a tutti essere stritolati dalle forze di cui si è voluto essere espressione. E sì, sono le facce dei burattinai che hanno scoperto di essere burattini.