Ieri per la prima volta da sette mesi ho visto i turiboli fermarsi sgomenti e fumigare a vuoto. Per la prima volta ho sentito dire o accennare da alcune voci del padrone ciò che è evidente e sperimentato mille volte: la riduzione del debito forzata e improvvisa porta a recessione e dunque a maggior debito per quanti risparmi si possano fare. Per la prima volta in molti mesi ho visto serpeggiare la consapevolezza di aver ceduto senza resistenze, anzi con fede assolutamente cieca ad incamminarci in una strada senza uscita.
Abbiamo subito sventolato bandiera bianca di fronte a un mix di ideologismi, di interessi nazionali altrui, di strategie politiche antidemocratiche imposte sotto forma di necessità economiche, di una governance europea di straordinaria mediocrità. La fretta del resto faceva parte del disegno politico: avendo tempo si sarebbero potuti aggredire i nodi reali del Paese, quelli che lo affossano: corruzione, evasione, cortocircuito affari-politica, mancanza di rinnovamento. Ma questo non piaceva a una classe dirigente che auspica il massacro sociale e le svendite, ma non certo un rinnovamento del Paese se non di facciata, a cui piace il ricatto del debito sotto il cui ombrello può praticare qualsiasi iniquità, ma ben lontana dal riscatto di una società affetta dal virus SB.
Ci si è aggiunta una pessima scelta di manovratori che non hanno saputo individuare pur dentro questo contesto le soluzioni meno penalizzanti, che hanno sbagliato qualsiasi calcolo, da quello degli esodati a quello delle entrate fiscali, che hanno voluto fare i primi della classe firmando qualsiasi delirio imposto e che oggi si reggono grazie a un compromesso sciagurato tra privilegi e impunità da assicurare alla parte peggiore del ceto politico e al mondo ad esso contiguo e chiacchiere senza costrutto. Qualcosa che impedisce fra l’altro di porre fine a questo fallimentare esperimento.
Alla fine saremo costretti ad uscire dall’Euro pur continuando ad essere un Paese industriale di un certo peso e con una situazione finanziaria che complessivamente è certamente migliore rispetto ad altri. Ma in compenso potremo risparmiare i 70 dollari che servono per partecipare alla sagra dello zombie in programma a San Diego per il 12 luglio: il brivido di essere inseguiti dai morti viventi lo abbiamo già.
Il guaio é che, se mai, parteciperemo alla “sagra degli zombi” non inseguiti dai morti viventi ma proprio come tali: esseri annichiliti nella individualità e privati della loro libertà per mendicare un qualsiasi lavoro che ci permetta di pagare le tasse finché chi decide ci consente di farlo. Poi: il canale; il treno; la benzina, la pistola e quant’altro ci verranno in pietoso aiuto.
Io ho il perchè per vivere…eliminare tutti i come perchè cosa e quando con il sangue nelle vene, non la testa sotto il piede…