Non c’è giorno che non si sia colpiti da qualche passo falso, da qualche straordinaria superficialità, da pavoneggiamenti che gridano vendetta. Ma oggi è una giornata particolare: con lo spread che sale in cielo come un palloncino scappato da mani insicure, le cose che lasciano senza fiato si sono moltiplicate come in una commedia di Feydeau. Il mattino ci ha accolto con il premier a Mosca che invoca l’ “economia reale” come se l’avesse scoperta ne frigo bar dell’albergo e non ne avesse avuto alcun sentore prima.
Ma evidentemente Monti, alla corte di Putin, deve aver scordato da lungo tempo il significato del termine democrazia e più che mai le regole sia formali che sostanziali. Perché nel tentativo di fare il pesce in barile e di allontanare da sé qualsiasi responsabilità, ha valicato ogni limite di quell’area che si trova ai confini tra il ridicolo, l’inquietante e la marmorea mancanza di qualsiasi sensibilità istituzionale. Tanto che al contrario di Michelangelo si potrebbe esclamare di fronte alla sua augusta presenza: “Ma perché parli?”
Però parla e divagando di elezioni, combattendo per non mostrare le ambizioni divoranti che lo percorrono, a un certo punto dice: “Mi hanno chiesto di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del 2013”. Ora dei giornalisti gli avrebbero domandato di rivelare agli italiani ciò che avrebbero diritto di sapere e cioè chi gli ha fatto tale richiesta. Ma evidentemente al suo seguito c’è gente che scrive sui giornali, ma che fa tutt’altro mestiere, è inesperta e sa solo che certe domande non si fanno. Così non sappiamo se glielo abbia chiesto il suo omonimo Mario, pizzicagnolo in quel di Varese o Lukashenko dopo due bottiglie di vodka, l’amabile Angela da Berlino mentre era dalla parrucchiera, qualche partito, qualche leader, un capocassiere della Goldmann Sachs prima di preparagli la busta paga di advisor o qualche vibrante vegliardo amico di Mancino. Gli italiani temo proprio di no.
In fondo non avremmo diritto di sapere chi lo vuole al potere fino a che si sia giustamente dispiegata tutta la cialtroneria di governo e il tutto suo euroservilismo spacciato per europeismo? Abbiamo ancora questo diritto o è stato vittima della spending review? Vuoi vedere che si sono impegnati la Costituzione per qualche soldo, giusto per nascondere che i conti non tornano? Forse è questa l’economia reale.
Stupenda descrizione della realtà con il giusto grado di ironia su personaggi che non ne possiedono.
E’ da tempo che si sono venduti la Costituzione. Tutti questi provvedimenti da spending review così come il fiscal compact e l’esm sono stati attuati cambiando gli articoli costituzionali e quanto prima se ne sbarazzeranno completamente usandoli come rotolo di carta igienica. Il primo detrattore in assoluto è Stato re Giorgio, quando all’indomani della deposizione di Berlusconi invece di andare a votare ci regalò questo meraviglioso Mario Monti che è così esperto così bravo da non capire che avrebbe dovuto concentrarsi sull’economia reale del nostro Paese, invece di giocare a battaglia navale con i grossi gruppi della finanza e finire affondato.E’ arrivato il momento di spiegare a noi italiani cosa sta realmente succedendo altrimenti qui faremo delle partite al video game attaccati da mostri reali però che stanno minando la nostra stabilità e vogliono ridurci in schiavitù.Bisogna ripristinare il senso della democrazia tenendo in mano la costituzione senza che nessuno, nessuno osi violarla ancora.Mai come in questo momento cercasi costituzionalisti per difendere con i denti ciò che rappresenta lo spirito di noi italiani
leggete:
http://www.beppegrillo.it/2012/07/la_resa_dei_conti.html
guardate:
Reblogged this on profumo di donna.
Lo vuole il papocchio che si chiama maggioranza che lo sostiene perchè in caso di elezioni qualcuno di loro dovrebbe assumersi la responsabilità di governare e non saprebbe cosa fare. Inoltre temono le elezioni perchè qualcuno potrebbe sparire dalla scena politica ed andare a lavorare, cosa che non sanno che cosa voglia dire! E allora galleggiano da fiancheggiatori di un nuovo bugiardo istituzionale.