A noi immersi nella provincia dell’informazione teleguidata e della paura sembra davvero di aver fatto un grande passo avanti nella considerazione altrui da quando non c’è più Berlusconi con i suoi cucù, le sue corna e la sua cafonaggine. Purtroppo non è così, continuiamo ad essere visto come servili e inaffidabili al tempo stesso, continuiamo ad affondare senza dignità. Oggi in un’intervista allo Spiegel il premier, dopo aver detto ancora una volta che bisogna far perdere di importanza i Parlamenti nazionali, avverte del pericolo che si crei in Italia uno spirito antitedesco.
Certo è ammirevole l’arlecchinesca capacità di costui di saltare da padrone a padrone come un funambolo. Si, perché chi segue la stampa tedesca sa bene che Monti è stato definito inaffidabile e traditore praticamente da tutti i media, perché ha approfittato della vacanza o meglio del “ritiro” di qualche giorno della cancelliera a Solda in Alto Adige, per correre da Rajoy e da Hollande a cercare alleanze senza aver fatto sapere nulla prima. Sulla vicenda c’è anche un documento impietoso e durissimo della Cdu riportato da tutta la stampa. Cosa di cui in Italia non si è saputo nulla. Invece di costituire e costruire un fronte comune, tenta di strappare qualche beneficio dietro le spalle con risultati pessimi, proprio perché gli altri leader europei cercano politiche e non se ne sanno che fare delle combriccole, dei giochini e di uno che davanti ti dice una cosa e dietro un’altra. Per cui anche i nostri potenziali alleati lo hanno trattato con grande freddezza.
Non è del resto la prima volta che il premier suscita irritazione e ostilità, come quando durante il vertice di fine giugno violò la consegna del silenzio stabilita fra i leader europei al solo scopo di pavoneggiarsi in Italia e di apparire come vittorioso. Le cronache di questo sconcertante comportamento sono illustrate qui
Adesso, dopo aver risuscitato tutti gli pregiudizi sugli italiani, casomai ce ne fosse stato bisogno, dopo aver creato ostilità in Germania e inbarazzo in Francia e Spagna, se ne esce col sentimento anti tedesco che tra l’altro, è colpa della sua sudditanza assoluta e incapacità di rappresentare dignitosamente e vigorosamente le ragioni delPaese. Se Berlusconi rappresentava a pieno l’italiano inaffidabile per la sua svagatezza, insomma la parte pizza e mandolino con intarsi di gallismo indecoroso, questo invece ci butta dentro un calderone di sospetti e di machiavellismo nascosti dietro la sobria facciata dello yes man che non sa dire di no guardandoti negli occhi, ma poi cerca gli angoli bui per tentare aggiustamenti. Dentro un vago sentore di marcio che noi non riusciamo più a sentire, ma che altrove comincia a parere nauseabondo.
Abile manipolatore e tecnico economico di bassa lega.
Ma ahimè i salotti intelligenti del nostro paese e le più alte cariche istituzionali continuano a tesserne le lodi.
ps: antitedesco sarà lui, a molti italiani l’anti-germania … j’arimbalza proprio…
Forse si potrebbe suggerire, a chi intendesse svenarsi per pagare lussuosi studi bocconiani ai rampolli di famiglia (si sa, signora mia, la Bocconi!) che per arrivare ai vertici della carriera e elaborare il verbo montiano non serve un prof tecnico-prestigioso, ma bastava l’inno di Garibaldi scalcinato forse, ma assai più roboante.
Bastone Tedesco l’Italia non doma,
Non crescon al giogo le stirpi di Roma;
Più Italia non vuole stranieri e tiranni:
Già troppi son gli anni — che dura il servir.
Va fuora d’Italia, va fuora ch’è l’ora,
Va fuora d’Italia, va fuora, o stranier!
Complimenti per aver espresso in forma sintetica e documentata come, a causa dei nostri politici, dalla padella Berlusconi, siamo caduti nella brace di questo dilettante. Comunque non c’era bisogno dei tradimenti in salsa tedesca per capire chi era, bastava guardare ai nominativi che si era scelto per fare il governo.
Embè, Monti rappresenta l’altra parte dell’Italia. Quella doppiogiochista di cui parlava, mi pare, Napoleone III, quando spediva i suoi diplomatici dai Savoia, maestri del doppio gioco e del sotterfugio. O quella traditrice e caciarona che entra in guerra contro coloro che erano alleati fino alla settimana prima, nel 1915. O quella leccacula e vigliacca del 1943 che “la guerra continua al fianco dell’ex nemico”. Monti ha proprio tutte le carte in regola per essere un presidente della Repubblica al pari di Napolitano: viscido, leccaculo, traditore, bugiardo e doppiogiochista.