Com’è ben noto dogmi, sacramenti e prese di posizione del soglio di San Pietro sono frutto più che di interpretazioni teologiche, del tentativo di intervenire nella vita reale: di contrastarne o di guidarne gli sviluppi oppure di trarne un qualche profitto sia di potere che pecuniario. Così il matrimonio cominciò ad essere regolamentato nel 1215 , (divenne sacramento a tutti gli effetti solo nel 1439), quando cioè la Chiesa cercò di reagire in qualche modo all’indebolimento della sua presa sulla società. Così pure il dogma della verginità di Maria è del 1854 (ribadito con l’immacolata concezione nel 1950) nel tentativo di arginare la sempre maggiore mobilità sociale femminile e la libertà sessuale che cominciava a derivarne, attraverso la rivalutazione del ruolo della verginità.
Si potrebbe continuare a lungo a partire dal concilio di Nicea e forse anche da prima, ma è difficile dire in che misura l’equilibrismo fra archetipi religiosi, tradizione, rituali e interessi sia lucida e consapevole o non sia mediata attraverso il tessuto di credenze di singoli personaggi o del corpus di potere dentro la Chiesa: la realtà come al solito è complessa, spesso sfuggente. Ma questo è in fondo marginale: che le interpretazioni teologiche siano un lapsus freudiano o al contrario un disegno, un calcolo voluto, ha poca importanza: sono comunque il segno di una direzione.
Non è che abbia avuto una crisi mistica di fine estate, ma mi ha colpito- sgradevolmente – la nuova interpretazione di Giuda data dal Papa catechista e istintivamente reazionario. Sembra davvero qualcosa di messo a punto per i nostri tempi, anche se non è proprio nuovissima: dunque secondo il benedetto papa Giuda avrebbe tradito per vendicarsi di Gesù che non voleva mettersi alla testa di una ribellione contro i romani e liberare così la Palestina. Giuda non sarebbe stato solo una zelota attento all’ortodossia della fede ebraica, ma soprattutto un partigiano accanito dell’indipendenza della Palestina. Così i famosi trenta denari su cui così a lungo si è narrato, la mancanza di fede, i milioni parole spese per analizzare il senso del tradimento, si riducono alla rabbia di un uomo deluso nelle sue speranze di aver trovato “un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani”. Non ho la competenza per disquisire di questa tesi che comunque per quel che ne so della documentazione disponibile, è solo un’idea, un tentativo ermeneutico, ma la cosa di rilievo è che essa viene in qualche modo diffusa e ufficializzata dal successore di Pietro in questo momento.
Tutti vediamo il tentativo di alcune elites capitalistiche e finanziarie di azzerare le conquiste degli ultimi due secoli, di spazzare via gli stati e instaurare una sorta di governo della moneta. E tutti vediamo anche nascere molte forme di reazione, purtroppo ancora troppo spontanee, purtroppo violentemente contrastate, contro questo disegno. Ma ecco che la chiesa cattolica, teoricamente a difesa dei deboli e degli offesi, ci dice che il traditore è colui che si ribella, colui che vorrebbe spingere il popolo contro un potere lontano e inattingibile, colui che voleva l’indipendenza. Ed eccola la scomunica trasversale, pronunciata en passant, il lapsus teologico freudiano che ci dice da che parte sta la chiesa: da quella di una fede che si allontana dalla società verso una totale alienazione metafisica. La ribellione è in se stessa tradimento, ancorché quest’ultimo sia necessario al realizzarsi del disegno del dio che si sacrifica. La vera fede è quella che accetta una salvazione esclusivamente extramondana: il resto è abiura, destinata all’albero di Giuda. La chiesa sta con Cristo, se Cristo indica il cielo e non la terra, ma soprattutto sta con Ponzio Pilato. E con lo Ior in sostituzione di Barabba che come sappiamo è la deformazione dell’aramaico bar abbas, “figlio del Padre”. E con Romney, l’uomo dei ricchi e della finanza.
Mi aspetto un nuovo dogma che renda onore e ragione del lavarsi le mani delle sofferenze. Ma dubito che costerà solo 30 euro.
A me vien da ridere quando ascolto-leggo questi onagri raglianti, che ragliano invece di usare la ragione. “Tradere” non significa tradire, come santa criminale chiesa ci ha ficcato nella testa, ma accompagnare. Siccome Celso, del quale i libri furono bruciati, e l’ Onagro Origene ci ha ridato il suo discorso veritiero, II° secolo affermava:(COLUI AL QUALE AVETE DATO IL NOME “GESù” non era altri che il capo di una banda di briganti, che assaltavano e depredavano i malcapitati, poi li uccidevano e bruciavano le loro case. Santa criminale chiesa ha sposato Tommaso come il quinto vangelo, eccolo: Tm. Cap. (83) Gesù disse, “Chi è vicino a me è vicino al fuoco, e chi è lontano da me è lontano dal regno.” Luca, [12/49] Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! [51] Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione…………… Luca [14/26] “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Luca [19/27] E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”. Tm.cap 100: Lui disse loro, “Date all’imperatore quello che è dell’imperatore, date a Dio quello che è di Dio, e date a me quel che è mio.” era gia diventato re sferzicella, con la quale fece fuori una corte Romana (600 legionari) 200 militari a guardia del Tempio, tutti i commercianti e la centinaia di migliaia di pellegrini, che da circa un millennio andavano lì ad onorare BAR ABBA. Il popolo bue non farà mai un passo avanti se seguiterà ancora a credere a queste puerili favole. papa Leone X°; Historia docuit quantum nos iuvasse illa de Cristo FABULA.
Ottimo articolo,sia nella forma che nel contenuto.Tutto il resto sembra riflettere un noto proverbio”gioca con i fanti ma lascia stare i “santi”…specialmente quelli ,cui mire sono indirizzate a circonvenire le menti.
Non condivido perché tutto l’articolo è basato su una valutazione di tipo induttivo e quindi connesso direttamente con la psicologia di chi fa la valutazione. Non mi sembra che abbia valore e può essere controbattuta sia induttovamente sia deduttivamente, in quanto non ci sono prove di quanto affermato
“Giuda era uno zelota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani. Ma Gesù aveva deluso queste attese”…Questa frase dell’Angelus di Benedetto XVI di domenica scorsa non può essere considerata una sua semplice idea, ma risulta confermata da tutte le odierne correnti teologiche che distinguono una liberazione di stampo nazionalistico come quella auspicata dagli zeloti del tempo di Gesù, dalla liberazione più ampia dei confini israelitici che invece Gesù voleva portare: liberazione dagli schemi religiosi, politici e culturali che emarginavano i poveri e gli oppressi del tempo. Giuda non risulta un rivoluzionario, ma proprio un “servo del sistema” religioso che voleva affermare l’indipendenza dai romani per porsi al di sopra di tutte le altre nazioni…per questo non è capace di riconoscere la missione universale di Gesù.
Marcella e Massimo
Caro Autore, la fede è parte integrante della vita reale (per chi ha questo Dono e sicuramente vive meglio di chi non ce l’ha), perciò mi risulta veramente paradossale che Lei parli della teologia e della fede stessa come se fossero degli intellettualismi o delle teorie astratte che nulla hanno a che vedere con la vita e la quotidianità. La invito pertanto a leggere qualche volta almeno il Vangelo – e possibilmente senza pregiudizi, per capirne l’aderenza e la positiva ricaduta sulla vita reale, se solo si mettesse in pratica, anche solo un pò. Ma a parte questo vorrei informarla che il papa Benedetto XVI è uno studioso profondamente erudito ed ispirato, che approfondisce aspetti e sfumature che possono non essere colti alla lettura ordinaria della Parola; perciò se qualcuno ci fa notare la complessità sfaccettata degli eventi narrati dalla Sacra Scrittura (che, mi concederà, hanno una realtà storica), non possiamo che esserne grati; la bellezza del Vangelo è proprio questa, la sua semplicità e complessità nello stesso tempo! Dico questo per puntualizzare che il papa non intendeva certo -sarebbe ingenuo pensarlo- negare la certezza del “tradimento per interesse” di Giuda (che notoriamente era ladro anche all’interno della comunità degli Apostoli), tradimento che aveva purtuttavia una sua funzione nella dinamica della Redenzione, ma che gli eventi presentano un mosaico di sfumature psicologiche bellissime e anche molto interessanti, che rendono oltretutto avvincente la narrazione. Provi a pensarci un pò