Dove osano i quaquaraquà. Berlusconi cambia un’altra volta idea e dopo la patetica scena della lettera di addio eccolo che torna in scena come un misirizzi: è costretto a rimanere in campo per dare il colpo di grazia alla giustizia già agonizzante, ma ancora in grado di condannarlo. Ora d’accordo che al cavaliere piace il coup de theatre, ma qui c’è qualcosa che non funziona e che va oltre il comico: quando ha dato l’addio alle scene in pompa magna, Berlusconi sapeva che la sentenza ci sarebbe stata il giorno dopo e di certo i suoi avvocati lo avranno avvertito che una condanna era più che possibile, anzi probabile, visto come si era svolto il processo.
In realtà questa marcia indietro precipitosa di Silvio mette in luce qualcosa di più della sua passione per la buffonerie: il marcio a cui è giunta la società italia guidata da questo Mosè da trivio. A parte il rimbambimento senile, l”unico modo con cui si spiega il suo comportamento è che si fidasse di qualche patto siglato o sussurrato che gli assegnava l’immunità perpetua in cambio della sua uscita di scena. Qualcosa di cui si era parlato anche esplicitamente prima ancora del suo capitombolo eterodiretto via Merkel. Se e a che livello fosse stato tacitamente sancito lo scambio, con quali presupposti e consistenza non si sa: ma probabilmente il Cavaliere era convinto o è stato convinto che una sua rinuncia alla politica gli avrebbe fruttato un’assoluzione o al massimo una lievissima condanna nella vicenda Mediatrade.
Lo sconcerto con cui l’entourage berlusconiano ha accolto i quattro anni di galera e soprattutto l’interdizione dai pubblici uffici è li a testimoniare che si attendevano qualcosa di diverso, nonostante l’accertamento della frode: che la rinuncia, sincera o bugiarda che fosse, avrebbe in qualche misura prodotto una sentenza attenuata. Che insomma tutto si svolgesse dentro un grande mercato del potere e delle relative impunità, che i giudici avrebbero compreso l’antifona. E’ successo invece che la sentenza non sia stata politica, ma puramente giudiziaria che sia avvenuto esattamente il contrario di quanto ora l’incredibile Silvio va dicendo.
Adesso sappiamo che Berlusconi è avvinto al Paese dal suo destino personale come nelle scene finali del Promontorio della paura e che dopo la sorpresa di una sentenza che pensava di aver sterilizzato con il suo addio, si è dedicato al suo ultimo ricatto: far sì che il milieu politico italiano dia concretezza a un patto, smuovendo mari, monti e leggi oppure si trovi a dover fare i conti con una presenza ormai sgradita al mondo intero e fonte di imbarazzo per il Paese. Infatti il suo ritorno sulla scena è avvolto dall’ambiguità, quanto basta per dare avvio ad una contrattazione seria. Che potrebbe concludersi anche con il punto più basso della Repubblica: un salvataggio con la nomina a senatore a vita. Spero sinceramente di sbagliarmi, spero che sia fantapolitica. Anche se proprio dentro questa dimensione abbiamo vissuto i peggiori anni della nostra vita.
Spero anch’io nel voto siciliano (Musumeci-Crocetta-Miccichè ed altri balordi impresentabili, ex trombati, riciclati, paramafiosi di risulta rappresentano il vecchio che non indietreggia). Vedremo se allontanerà il pericolo di un altro patto scellerato. Non dovrebbe essere Napolitano a fare una scempiaggine simile, ma non si sa mai, ahinoi (vedasi insediamento anticostituzionale di Monti). I sospetti de “ilsimplicissimus” sono più che fondati. Qua c’è in gioco un salvacondotto per le Cayman.
Anch’io credo nel gesto rabbioso di chi si è visto -perdonate- fottuto. E spero che domenica sera, dalla Sicilia, si raddoppi.
Signor Minutolo,
un semplice Grazie. Una lettura scorrevole, chiara, che parla di dietrologia senza essere dietrologa, che giustamente mette in luce una tempistica quanto meno….beh, limitiamoci a dire sospetta.
Non leggo di plastiche di salotti di bulimie di fioriti ….
Leggo nella precisione di una scansione scarna ma proprio per questo efficiente un’intelaiatura che, nel nudo dei suoi tralicci, getta ombre ben pesanti sulla nostra oligrachìa. Tutta.
Ed è con lo stesso piacere che leggo il commento postato: “un salvataggio con la nomina a senatore a vita.” da panico, eppure drammaticamente realista.
Drammaticamente realista.
Già.
Mi consenta, direbbe il qui Innominato…. , mi si consenta di lasciare qui una bavetta di acidume….:) Lei che per fortuna del mio diabete non nomina Salotti di nonne speranze, defunte di nome e di fatto, …. Lei nel suo incipit “Dove osano i quaquaraquà. “, fa riferimento ad una tassonomia (certo che come lessico aulico il suo è un blog contagioso…. si faccia accuorto!!!!) che non mi è del tutto oscura… Ommeni veri ommenicchi e squaqqquaraqua’”… poi cita “torna in scena come un misirizzi”… Ma Mizzirilli allora chi è ? Se digito su google trovo solo il carbonaro Pietro Mizzirilli che, stento a nominare visto i miei dissapori con Marroncelli e la sua rosa… :))
Lei, mi scusi, , .. dove affonda le sue radici?
Sa… dicono che le radici di un albero sono lunghe quanto il suo fusto … e quelle dei miei nipotini dovrebbero essere lunghissime…
Grazie, ancora… ha dato una lucidatina alle mie sinapsi…
Francesca Gatti
N.B. Il Mizzirilli ,che nel nostro lessico familiare sta ad indicare una persona mai ferma, nè per equilibrio nè per coerenza, non viewne riportato … il Mi si rizzi , staccato come vuole la sua etimologia, indica giustamente “giocattolo, sorta di bambola dai tratti antropomorfi o zoomorfi (di aspetto generalmente buffo), dalla base tondeggiante, fortemente appesantita, in modo che il bassissimo baricentro gli permetta di ritornare sempre in posizione di equilibrio verticale, se sottoposto a caduta o perturbazione” (fonte: Wiki)
N.N.B. Lei è tra quelli che per primi hanno parlato di tempistica… mettendo sulla buona strada i suoi 25 lettori…. spero fossero tali, ……Bando agli scherzi , grazie ancora e per davvero..
Ah ma è poco ma sicuro che Napolitano lo farà senatore a vita. Scommetto che è da parecchio sul tavolo delle trattative in cambio dell’appoggio del Pdl al malnato governo Monti che tanto sta a cuore al soporifero distributore di moniti.
Confermo ,convinzione personale ovviamente,nel caso non deciderà Napolitano,anche se complice ed esecutore in prima persona di tutto quanto accaduto in Italia negli ultimi 2/3 anni ( è mai esistito di potersi fidare di lui?) .
mo’ je toccherà puro tornà dar lecccaculo a potta a potta e firmà un nuovo contratto cor favoloso bobbolo tajano, ma stavortà giurerà sulla testa dei suoi nipotini, pe’ strappà quarche lacrimuccia alle migliaia di sue fans
purtroppo non deciderà Napolitano, ma poi c’è ancora da fidarsi anche di Lui?
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Senatore a vita????……. No, mai! Per carità….. Guai a Napolitano se osa!!!
“un salvataggio con la nomina a senatore a vita.” da panico, eppure drammaticamente realista.