Il ponte di Messina è come uno di quegli incubi febbrili che ritornano continuamente: uno pensa che sia finalmente terminato e invece si ricomincia di nuovo. il governo dei sobri, a sorpresa, ha deciso di ”prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilita’ tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilita”’. Eh già la bancabilità soprattutto e persino la fattibilità, bontà loro, non si sa bene in che senso.
Viste le condizioni finanziarie del Paese ci si sarebbe potuti aspettare che finalmente si mettesse fine a questa fabbrica del duomo sulla carta, ma invece no perché evidentemente i tecnici si sono trasformati a tempo di record in politici che sanno come va il mondo e che non vogliono sotto elezioni dare un taglio netto e rischiare di scontentare le lobby interessate al progetto e dio non voglia chiudere la società stretto di Messina. Né privarsi del valore clientelare che hanno le opere collaterali: infatti in questi due anni di proroga “potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già compresi nel progetto generale”. E questo per un’opera di cui
Insomma un rinvio che implica altro dispendio di soldi (il solo risarcimento del contraente generale leviterà del 10% più le spese effettuate nel frattempo) che potrebbero essere utilizzati con maggior buon senso e buon governo a migliorare le strutture fatiscenti delle due regioni interessate. Ma c’è un’altra cosa interessante: il costosissimo ulteriore rinvio viene giustificato col fatto che l’Europa, non ci metterà nemmeno un quattrino visto che la Commissione di Bruxelles non ha incluso l’opera ” nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei”. Ma è ben noto che nemmeno la Tav Torino Lione è inclusa in questo piano e non riceverà fondi. Non si capisce per quale motivo allora non si sia pensato di rinviare anche quest’ultima per esplorarne la fattibilità finanziaria. Forse perché in questo caso le lobby non si accontentavano della tenuta in vita del progetto, ma volevano mettere mano ai lavori avendo già oliato il meccanismo? Chi lo sa, sono i misteri di un governo “bancabile”.
Assassini dell’Italia e degli Italiani, carnefici delle residue speranze di un popolo in ginocchio, con draculiana soddisfazione i becchini al governo levano le fauci, sazi dei misfatti perpetrati: missione compiuta, le elezioni sono alle porte e nulla più di oltraggioso possono e debbono compiere. A chi governerà (?) questo disastrato Paese il compito non di risollevarne le sorti, mission impossible, ma di non fare peggio di chi li ha preceduti, cosa, in questo caso, tutt’altro che impossibile. Allora, chissenefrega se si mantiene in vita, con l’ossigeno degli inciuci, delle lobbies e delle mafie, l’ennesimo carrozzone inutile e dispendioso, che mai, neppure tra mille anni, vedrà il suo completamento. Qualche milione di euro non si può negare agli amici degli amici degli amici. Amen.
E sentiamo un po’ i sicofanti del governo Monti, i pennaioli di Repubblica e del Corsera e i pregiudicati di Casini, ancora inneggiare alla salvifica opera di tagli allo stato sociale per finanziare ponti inattuabili utili solo per sifonare denaro pubblico alla mafia e ai palazzinari collusi, il blocco delle pensioni che servirà per comprare delle carrette volanti dagli americani, l’assassinio di ogni diritto del lavoro per soddisfare il cazzaro seriale Marchionne, un manager che dai risultati che ottiene probabilmente non conosce nemmeno la tabellina del tre; è un aggiungere la beffa al danno.
Pienamente,daccordo…Dietro a questo progetto fantasioso, esiste la Societa’Stretto di Messina, che sperpera denaro pubblico,alle sue spalle una citta’ al collasso.