Non avevo dubbi che da Marchionne ci si potesse aspettare un comunicato da padrone delle ferriere, quello che poi è stato frettolosamente corretto da qualcuno più intelligente. Il fascista che è in lui si rivela non solo nelle “vendette” inconcepibili in un Paese democratico dove al minimo la legge e le sentenze vengono formalmente rispettate, ma divampa anche nelle parole senza controllo dove converge tutta la scadente sottocultura della classe dirigente italiana, l’arrogamza del potente e l’angoscia per una sempre più evidente inadeguatezza. Licenziare i 19 operai discriminati perché appartenenti a un sindacato che alla Fiat non piace, è una mascalzonata ricacattoria, così come giustificare questo comportamento dicendo che sono “oppositori storici” è talmente grottesco e infantile da lasciare senza fiato.
Marchionne uomo di finanza balzato per insondabili motivi alla guida di un gruppo industriale che sta distruggendo, avrebbe forse bisogno di curarsi e magari anche di fare buone letture prima che il suo castello di carte crolli: in fondo non è mai troppo tardi. Però tutto questo era nell’aria da tempo, non soprende dopo le sordide bugie spacciate Ciò che invece indigna è il silenzio della politica e dei sindacati gialli di fronte a tutto questo. Poche e imbarazzate parole dentro una mare di mutismo. di fronte a un gesto che straccia le relazioni industriali e le stesse leggi del Paese, dove sono i loquaci Renzi e Bersani, dove il vibrante Napolitano e il sobrio Monti e dove tutta la folla di onorevoli che su ogni fesseria friniscono come cicale in amore? Pazienza che un sindacato come la Cisl bonanniana, ridotta ormai a un organizzazione di caporalato, abbia il coraggio di giustificare Marchionne. ma chi pretende di dire qualcosa sul futuro del Paese, chi parla di equità, chi narra della sinistra, chi si erge a difensore supremo delle istituzioni o detta percorsi elettorali, chi dice di voler difendere la democrazia, non può tacere di fronte a una sconcezza di questo genere e al brodo di cultura nella quale nasce. Quella che la vicenda del comunicato mette in luce-
Perché se non si parla in queste occasioni vuol dire che si è complici. Anzi i veri colpevoli, quelli che permettono a Marchionne di calpestare le leggi del Paese e la dignità del lavoro per la futilità ottusa delle loro vendette, l’unica cosa, del resto, nella quale riescono a sbaragliare la concorrenza. Per aver permesso, cedendo sempre di fronte ai ricatti, anche ai più fasulli, di dare un senso di onnipotenza a personaggi che nel loro stesso ambiente vengono considerati ambigui e impresentabili. Di suggerire l’idea che non si voglia difendere né lo stato, né il lavoro, né un minimo di decenza nelle relazioni industriali. Di essersi completamente arresi alle lobby e alle esigenze della loro sopravvivenza. Di essere un passato da dimenticare e un futuro inesistente.
#oppurevendola
sembra la lotta di davide contro golia. questo perchè gli altri sindacati hanno lasciato sola la fiom nella vera battaglia per la dignità del lavoro e dei lavoratori.
Reblogged this on barbatustirolese.
Marchionne continua a ricattare i lavoratori, la Fiom, il Paese intero mentre a capo del governo c’è un ex membro del Consiglio di Amministrazione Fiat ed altri ministri in conflitto d’interesse.
Cisl ed Uil, invece, hanno avallato la metodologia ricattatoria di Marchione ed oggi predicano a suo favore che la Fiom deve fare un passo indietro. Neanche ai tempi di Valletta, la Fiat di Agnelli avrebbe avallato tali comportamenti di marca autoritaria e di stampo fascista.
quanto vorrei un minimo di intelligenza … delinquenti amorali, crudeli, spietati, accetterei tutto ma, santo cielo, almeno fossero intelligenti: non riescono nemmeno a fare i loro sporchi interessi, sono troppo occupati in giochi da bulletti dell’asilo … un paese di addormentati in mano ad un branco di ritardarti
Mediocrità come assunto. Asfissia come risultato.
Dopo aver tentato, per autodifesa e amore del nostro paese, di non vedere l’evidenza cosa possiamo, oggi, ancora dire se non che quella “folla di onorevoli che su ogni fesseria friniscono come cicale in amore” frinisce in realtà ai propri ammaestratori e che lo spettacolo continua tra trapezisti mediatici e domatori di leoni anestetizzati?
In tutto questo il bonannismo passa col piattino, a raccogliere mance e noccioline.
Venghino signori venghino… ma (come si ama dire nel melodramma) la commedia volge in tragedia