Ad un giorno dalla vittoria di Obama, sono più contento. Non tanto per il candidato in sé la cui azione avrà molti limiti e autolimiti, che è come dice Vauro quel meno peggio che a noi manca, quanto perché dalle reazioni scomposte degli ambienti finanziari e delle lobby più reazionarie che si erano spese a miliardi dollari per Romney, appare chiaro che non si aspettavano altri quattro anni del presidente nero. Forse erano convinti che Obama fosse una meteora, un inatteso incidente e che dopo quattro anni non brillantissimi l’america profonda avrebbe reagito a quello stato di eccezione costituito non solo dalla pelle, ma anche dalla riforma sanitaria e da una politica che secondo i tea party sarebbe “comunista”. Forse volevano credere con tutte le loro forze che fosse un’eccezione, che non l’aver risolto una crisi economica che essi stessi avevano innescato, lo avrebbe sloggiato da una casa che è bianca non solo per l’intonaco.
Il fatto è che l’america profonda ha effettivamente reagito, solo che non è bastato: i repubblicani e il loro mondo hanno dovuto prendere atto di una realtà: un quarto abbondante della popolazione Usa (29%) è formato da neri, immigrati latinos e asiatici o comunque da persone recente arrivo nel Paese. Una realtà che andrà crescendo sempre di più visto che il 50% delle nuove nascite (dato 2011) deriva proprio dall’immigrazione extraeuropea: quindi fare riferimento solo al paese bianco ( vedi nota alla fine del post*) soprattutto degli stati rurali, ai gruppi dell’estremismo religioso esclusivamente cristiano, ai maschi benpensanti e a tutta quella serie di pregiudizi, chiusure, idee ultraconservatrici che vi si accompagnano sarà sempre più perdente in futuro. Anche se l’immigrazione è fortemente diminuita nell’ultimo decennio e sorprendentemente è raddoppiata l’emigrazione, è chiaro che il futuro sarà molto diverso da quello nel quale è abituato ad agire il Grand Old Party. Le prime analisi mostrano come anche nella popolazione bianca il voto delle donne e dei giovani sia andato a favore di Obama. il che indica come ci sia una forza di trascinamento complessiva della nuova demografia americana anche su quella più tradizionale.
E’ per questo che l’hanno presa così male: la sconfitta di Romney che tutto sommato era un moderato (in Massachusetts aveva fatto una riforma sanitaria simile a quella di Obama) anche se accompagnato da un vicepresidente troppo amante del the, significa che occorre ridefinire tutta l’identità del partito, altrimenti rischia di inanellare in futuro sempre più sconfitte e di spezzarsi: questa almeno è l’analisi che gli stessi repubblicani stanno facendo, compreso il falco Matt Kibbe, capo del Tea Party. Solo che assieme al pregiudizio nei confronti dei nuovi cittadini sarà necessario anche sedare quella ostilità alle politiche sociali che contraddistingue i duri e puri e che naturalmente favorisce i potentati economici e finanziari. Questo è il dilemma che rende così difficile il giorno dopo dei repubblicani: la scoperta scoperta che il loro mondo sta cambiando inesorabilmente grazie a quella globalizzazione selvaggia voluta in nome del profitto. C’è sempre un contrappasso.
E tutto questo dovrebbe dire qualcosa anche all’Europa.
*Una curiosità sull’ America bianca divisa secondo le principali etnie: 50,7 milioni di origine tedesca, 36,5 milioni di origine inglese, 36,5 milioni di origine Irlandese (esclusi 3,5 milioni di scozzesi/irlandesi), 17,8 milioni di italiani, 11,8 milioni di francesi (inclusi però i franco-canadesi), 10 milioni di polacchi, 5,2 milioni di ebrei (in stragrande maggioranza askenaziti, dunque dell’Europa centrale austrotedesca ), 5 milioni di olandesi, 4,6 milioni di norvegesi, 4,4 milioni di svedesi e 3 milioni di russi
Mi chiedo cosa si direbbe se in Italia fosse necessario iscriversi alle liste per poter votare e poi stare ore in coda per poterlo fare. Democrazia?
E se Napolitano o Monti non fossero in grado di presentare un documento di identità fondamentale per comprendere se ha o meno i requisiti di legge per ricoprire il ruolo? Legale?
C’è un sacco di gente che ha una cotta per l’America. Colonizzati volontari
Tra le altre cose, aneddoto divertente: ho sentito Casini affermare che in America se vinci poi per quattro anni nessuno dice che sei illegittimo.
Dimenticandosi completamente della martellante campagna diffamatoria del partito repubblicano su Obama che sarebbe ineleggibile, quindi illegittimo, perchè in realtà sarebbe nato in Kenya. Ripresa proprio la scorsa settimana da Donald Trump.
America democrazia matura, vittoria dei cittadini, spirito di libertà? Ma non fatemi ridere. Non potete credere a scemenze simili, soprattutto alla luce dei quattro anni appena passati. Vi ricordo, cari i miei benpensanti, che il signor Obama, contrariamente alle promesse elettorali di quattro anni fa, ha continuato saldamente nel solco della destra neoliberista tipica degli Stati Uniti. E’ Obama che ha foraggiato le banche truffaldine con miliardi di dollari presi dalle tasse; è Obama che ha ridotto la spesa pubblica e ingigantito ulteriormente il budget del Pentagono; è Obama il primo candidato democratico ad incassare più contributi elettorali del candidato repubblicano.
Chi comanda, negli USA, è sempre lo stesso, il grandissimo capitale finanziario; poco importa se nella poltrona del presidente si sieda l’avvocato di Chicago o il miliardario mormone.
L’unica cosa che cambia sono pesi e potenze relativi delle lobby che paraculano l’uno o l’altro, ma il gioco resta truccato e la corruzione impera. Tanto per fare un esempio, è di relativamente poco tempo fa il mercimonio – ufficiale, tanto non è nemmeno considerato abietto moralmente – tra alcuni congressisti repubblicani e i loro omologhi democratici, con minacce di ostracismi e appoggi esterni cui siamo molto familiari qui in Italia. Per ragioni di alta democrazia matura, penserete voi anime belle: macchè, perchè la commissione difesa richiedesse un motore con delle precise caratteristiche da montare sui famigerati F-35. Caratteristiche che coincidono casualmente con il motore Pratt & Whitney. Altrettanto casualmente i deputati in questione sono quasi tutti azionisti di Pratt & Whitney.
Fatevi un favore: piantatela di pensare che l’America sia quella dei telefilm.
L’America è una democrazia matura. Commuovevano le immagini di tutti coloro che aspettavano in strada il risultato finale delle votazioni discutendo interrogandosi, preoccupandosi per l’esito incerto del candidato Obama In America non si mettono in discussione i principi dei padri fondatori, in Italia invece si sta cambiando la costituzione e ci si chiede di rinunciare alla nostra identità per essere assorbiti dalla finanza e dalle banche. La società americana è multietnica è vero, ma quella società costituita da latino americani ed da popoli provenienti da oltre l’America, hanno giurato anch’essi sulla Costituzione americana divenendo cittadini responsabili che incarnano lo spirito dell’America libera. E lo spirito della libertà ha messo in crisi l’asse finanziario dello sfidante. In America hanno vinto i cittadini, la democrazia continua a essere stabile e soprattutto le idealità non vengono barattate per un piatto di lenticchie.
stavolta trovo l’articolo un pò troppo “semplicissimo”, Non è il meno peggio Obama, è quello che si è stati indotti a pensare restringendo il quadro ai concetti di etnia e poco più.
Spesso si ripete anche che ha dato agli americani che nn l’avevano, l’assistenza sanitaria, ignorando che i poveri l’indispensabile l’ottenevano già dagli anni 60, quel che Obama ha introdotto è l’imposta mensile che colpisce tutti. Qui diremmo “mani nelle tasche dei cittadini”
C’è dell’umorismo nella presidenza Obama, infatti è fortemente sostenuta da Micheal Moore.