Intervista immaginaria tratta da quelle effettivamente rese da Bersani negli ultimi giorni e da un articolo di ieri sul New York Times del celebre economista .
Bersani : “Siamo la forza più europeista in Italia, siamo quella che ha portato l’Italia nell’Euro, nessuno può dubitare dell’europeismo del Pd, saremo certamente coerenti con gli impegni che abbiamo preso con l’Europa. ”
Krugman “L’Europa mi ha sorpreso con la sua resilienza politica – la volontà dei paesi debitori di sopportare un dolore apparentemente senza fine, la capacità della BCE di fare solo quel tanto che basta, all’ultimo minuto, per calmare i mercati quando la situazione finanziaria sembra pronta a esplodere.”
Bersani “L’Europa ci conosce, abbiamo avuti grandi europeisti e quindi sa che da noi non verrà un presidio, un rafforzamento del progetto europeo”
Krugman “Ancora ed ancora, i tecnocrati “responsabili” inducono la loro gente ad accettare l’amara medicina dell’austerità; ancora ed ancora falliscono nel produrre i risultati . È davvero come la medicina medievale, dove si dissanguavano i pazienti per curare i loro disturbi e quando il dissanguamento li rendeva ancora più malati, li si dissanguava ancora di più.”.
Bersani “La mia ricetta per la crisi? Quella di Monti più qualcosa. Ci vuole rigore e austerità, ma anche un po’ di lavoro, equità (sic). Credo che su equità e lavoro Monti sia stato trattenuto da una maggioranza spuria. Rispetteremo gli impegni presi con l’Unione europea e li faremo nostri, la discussione sull’articolo 18 è un capitolo chiuso. Sì a governo con forze centriste”.
Krugman “L’ultimo caso in questione è l’Italia, dove Mario Monti abbandona il posto anticipatamente, in sostanza perché le sue politiche stanno portando l’Italia alla depressione. E sì, per la cronaca, questo significa che l’Italia non otterrà il “full Monti” (dal celebre fil Full Monty, vale a dire il pacco completo n.d,r). Allora, qual è la risposta? Mantenere la rotta, dicono gli eurocrati. Funzionerà da un giorno all’altro – la fata fiducia è in arrivo! Ha ragione Kevin O’ Rourke, l’Europa è diventata il continente in cui i tempi migliori sono sempre dietro l’angolo.
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Con un Parlamento, soprattutto al Senato, che si preannuncia ingovernabile, il fallimento di Bersani sarà un fatto (ha già fallito ancor prima che cominciare). Krugman (un Premio Nobel, non un Boldrin, un Giavazzi, un Alesina, un Abravanel o uno Zingales, insomma: uno serio…), ci ammonisce da anni su quale può essere una via per cercare di risollevare le sorti di un’economia alla canna del gas (un keynesismo adattato alla bisogna, niente di trascendentale, ma ossigeno puro per chi ci ha intossicato per due decenni con mercato, privatizzazioni e sciocchezze simili). Ma qui sono sordi. Le orecchie le aprono agli ukase che arrivano dai centri finanziari, da Francoforte, dalla City. Quelle sono le loro stelle. Adesso arriva trafelato un garzone benzinaio che vuol entrare in quei salotti buoni, macellando i diritti di coloro che lo porteranno lì (ma sarà scacciato quanto prima: “come puteano ‘sti ex comunisti…”). Sogno un Paese con un Krugman a capo di un Governo. Mi risveglierò nell’incubo di un Paese depresso e abbandonato con uno spara-anacoluti che si riempie demagogicamente la bocca di vuote parole che non capisce manco lui: rigore, austerità, “ci vuole un po’ di lavoro”, “mettiamo in tasca un po’ di soldi a questo e a quell’altro…”.
Poveri noi (strictu e lato sensu)!
Bersani ha commesso una sequela di bestialità inimmaginabili e non se n’è ancora reso conto.
Sarà sua e solo sua la colpa dell’esplosione incontenibile che a breve ridurrà l’Italia a un campo di battaglia.
Ringrazio perchè la verità si può dire in vari modi, ma qui è incontestabile.