Circola in rete, in molti siti di informazione alternativa o presunta tale, una notizia bomba: un drammatico documento di 50 economisti, compreso Hans Werner Sinn, consigliere della Merkel, sarebbe stato inviato al consiglio d’Europa e alla Bce per proporre un’uscita del Paese dalla moneta unica: «La Grecia deve uscire subito dall’euro, svalutando la sua moneta del 20-30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu». Disgraziatamente però non c’è alcun link o prova dell’esistenza del fantomatico documento che viene riportato di sito in sito e di blog in blog con tanto di virgolette senza nemmeno dubitare della sua esistenza. Né se ne trova traccia sulla stampa estera.
Esiste invece – e Sinn è uno dei promotori di questa linea, condivisa peraltro anche dagli analisti di Goldmann Sachs – qualcosa di assai più inquietante anche se meno appassionante dal punto di vista dell’impatto per il lettore: la necessità per i Paesi in crisi del sud Europa (Francia compresa) di diminuire in una percentuale che va dal 30 al 10% i propri prezzi, ridiventando così concorrenziali. Non si fa però cenno di un’uscita dalla moneta unica (anche se altri ipotizzano un euro a due velocità) bensì alla necessità di ridurre salari e welfare, bloccando tutto per un decennio. Questa analisi è stata più volte spiegata da Sinn sui quotidiani tedeschi, l’ultima volta il 13 febbraio sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung e tematizzata in un documento dell’Ifo , Institut für Wirtschaftsforschung che egli dirige e che potete trovare (qui) in inglese.
E’ evidente che siamo di fronte a una tesi economica che in realtà ne nasconde una politica: quella di risolvere il problema non attraverso un ritorno alle monete nazionali , ma per mezzo di una drastica riduzione dei salari raggiungibile attraverso lo smantellamento delle tutele del lavoro, che porta, come tutti possono immaginare, a una guerra tra poveri e a una maggiore capacità di ricatto. .
L’obiettivo è sempre lo stesso: quello di far ritrovare ai Paesi della periferia europea quella concorrenzialità persa adottando una moneta troppo forte per le loro economie. Ma gli effetti sono assai diversi: con un ordinato ritorno alle valute nazionali i Paesi in crisi ritroverebbero man mano la loro competitività e alcuni di loro, in primis l’Italia e la Francia, ritornerebbero ad essere pericolosi concorrenti della Germania e del suo sistema economico. Con la seconda ipotesi, il blocco e/o la caduta delle retribuzioni si otterrebbe invece una situazione di disarticolazione istituzionale e grave incertezza sociale oltre che politica di cui i Paesi forti potrebbero facilmente approfittare per fare incetta di industrie, sapere, esperienze, beni e sfruttare il lavoro a basso costo così ottenuto per le proprie esportazioni in altri continenti, senza dover mettere troppo a rischio la propria pace sociale interna con smantellamenti eccessivamente rapidi di welfare e tutele.
Non c’è bisogno di dire quale strada possano preferire Sinn e gli altri economisti di estrazione liberista e monetarista che gli vanno dietro: il mantenimento dell’euro significa anche mantenere il ricatto e il controllo sui Paesi in crisi, evita perdite incontrollate per le proprie banche e permette l’auspicata distruzione dello stato sociale richiesto dal pensiero unico. E’ da escludere dunque che qualcuno di questi signori possa richiedere l’uscita dalla moneta unica che è il motore di politiche reazionarie travestite da economia. Semmai potrebbero chiedere un intervento umanitario per evitare che un paese allo stremo decida in proprio di uscire da questa logica al massacro e che attivi le convenzioni internazionali (createsi, per paradosso, proprio da una vicenda che riguarda la Grecia degli anni ’30) le quali permettono a un Paese sull’orlo dell’insurrezione o della fame di non pagare i propri debiti: il noto precedente Metaxas per i curiosi.
l’eurogenfor ci fa tornare ai tempi dei legionari romani nella Dacia e sotto il vallo di Adriano oppure ai prodi marines di Falludja dove gettavano bombe al fosforo su donne e bambini per non parlare della famosa funivia fatta sfracellare in montagna ( in quel caso i morti per metà erano turisti stranieri) ed il pilota disse che la colpa era delle carte italiane e quindi era colpa nostra !
Sinn non e un consigliere della Merkel. All contrario, lui viene criticato per essere troppo chiaro nei sui articoli sui altissimi rischi che porta la grave crisi del’Euro e la politica della Merkel per la Germania.
Sinn e un nationalconservatore (i suio adversari ingiustamente gli danno fin del nazista che in Germania in genere serve per far cittare uno) a chi interessano prima di tutto gli effetti e le possibili consequenze della crisi per la Germania. Per lui il minor male (per la Germania) sarebbe mantenere l’Euro, sappendo pero che le politiche necessarie possono distruggere la democrazia in Europa.
Io ne dubito fortemente che portare alla fine un projetto comunque fallimentare vale quest rischio
Saluti da Colonia
La politica economica di Sinn è in assoluta contunità con i progetti di politica economica tedesca riguardante la “Nuova Europa” nei primi anni quaranta, ossia negli anni della politica nazsta.
Si leggano attentamente le pubblicazioni di quegli anni, che prevedono una netta colonizzazzione di gran parte dell’Europa.
Antonella hai pienamente ragione. Purtoppo, come alcuni analisti hanno osservato in relazione al trattato di Lisbona, pare che gli eccidi siano già stati legalizzati. E apparte questo, con il trattanto di Velsen è stata istituita l’Eurogendfor, la polizia militare europea, fra l’altro con base centrale a Vicenza. Hanno la totale immunità, questo dovrebbe rispondere alla tua domanda:
EGF non è soggetta alla trasparenza, tanto che, come si legge nell’art. 21 comma 1: “locali e gli edifici di EUROGENDFOR saranno inviolabili sul territorio delle parti” e ancora nel comma 3 dello stesso articolo “Gli archivi di EUROGENDFOR saranno inviolabili. L’inviolabilita’ degli archivi si estendera’ a tutti gli atti, la corrispondenza, i manoscritti, le fotografie, i film, le registrazioni, i documenti, i dati informatici, i file informatici o qualsiasi altro supporto di memorizzazione dati appartenente o detenuto da EUROGENDFOR, ovunque siano ubicati nel territorio delle Parti”.
Come se non bastasse: Art. 29 comma 3: “I membri del personale di EUROGENDFOR non potranno subire alcun procedimento relativo all’esecuzione di una sentenza emanata nei loro confronti nello Stato ospitante o nello Stato ricevente per un caso collegato all’adempimento del loro servizio”.
Chi ha creato abilmente lo stato di crisi aveva, naturalmente, già previsto le tensioni sociali e già pianificato tutto. Vedi anche i campi FEMA negli Stati Uniti. Alcuni blogger greci riportano di aver già visto comparire l’Eurogendfor nei conflitti civili che stanno caratterizzando la Grecia in queste ultime settimane.
Auguri.
GOLDAMANN SACHS: LA BESTIA “666”.
Il vero Diavolo.
La Troika collasserà dopo le elezioni Italiane.
Stanno lavorando da tempo per accaparrarsi paesi come la Grecia e l’iIalia dopo averle ridotte ad uno stato di vassallaggio. Ciò che preme a questi dracula della finanza e delle banche con la signora Merkel in testa è appropriarsi delle nostre bellezze monumentali stravolgendo la nostra storia ,germanizzandola. E’ chiaro che, far saltare la pace sociale garantendo un coppino di brodo agli affamatori dei popoli per renderli complici di tali azioni nefande, significa distruggere gli stati che dovranno essere sorvegliati come un detenuto speciale da truppe d’assalto sotto lo stretto controllo di oligarchie che stanno lavorando per questo. Ma questa gente non può tirare la corda più di tanto, in quanto è come se stessero seduti su un vulcano pronto ad esplodere. E quando questo succederà cosa faranno, dichiareranno legale gli eccidi di massa?