Ieri è stata una giornata cruciale per la politica di questo Paese, il momento in cui si è capito che Berlusconi sopravviverà alla giustizia, assieme al sistema di corruttela diffusa con i trecento grassatori in via di indulto, ma soprattutto che il Pd è definitivamente uscito di scena: dietro la maschera dei suoi intenti originari ormai agisce qualcun altro che nemmeno più si sforza di imitare la voce. Sul primo evento non avevo alcun dubbio: al contrario di tutti quelli accorsi al capezzale del Quirinale quando uscì l’ambiguo sermone di Napolitano sulle vicende del Cavaliere, non ho mai avuto dubbi che il Colle avrebbe fatto di tutto pur di salvare Silvio. Il secondo si è palesato ieri quando quel provvedimento da Ku Klux Klan che va sotto il nome di reato di clandestinità è stato finalmente cancellato in commissione, ma solo grazie a un emendamento del M5S.
Insomma i Ds e poi i piddini hanno sbraitato per anni contro la Bossi Fini (del 2002) senza mai toccarla anche quando potevano farlo, hanno fatto appello alle coscienze contro la clandestinità trasformata tout court in reato, che era il completamento di una visione rozza fino all’inverosimile, ma al tempo stesso impotente e demagogica della migrazione, però nemmeno sono riusciti a produrre in proprio un emendamento che la cancellasse, hanno dovuto aspettare che i grilini si prendessero l’incombenza. La ragione è chiara: la democristianizzazione è ormai in fase così avanzata che agire in prima persona porrebbe molti problemi interni ed esterni.
C’è un’intervista agghiacciante di Livia Turco, altra piagnona piemontese come la Fornero, emblema “quadro” dello sfascio della sinistra, della sua perdita di tensione, dell’ adesione alle logiche di apparato e di prebenda di cui peraltro la signora gode i pingui frutti, che ben riassume il tutto: Napolitano è stato coraggioso perché dopo trent’anni di è accorto al momento opportuno dell’affollamento delle carceri, il M5S è formato da “cretini” e Berlusconi è “una presenza importantissima” che non si può cancellare per via giudiziaria. Ma dio che squallore e come appaiono angusti questi personaggi quando la prospettiva prende il sopravvento sul primo piano: paiono come quelle insensate banderuole al mare quando piove. Del resto per tornare all’altro tema lei assieme a Napolitano è l’inventrice di quei lager che si chiamano Centri di permanenza temporanea, ovvero il primo caso di detenzione senza violazione di norme penali. Un esempio mondiale di crudeltà, inefficienza, spreco, gestione poco o per nulla trasparente, velleitarismo parolaio ed assoluto distacco dalla realtà. Va in pace compagna Livia Turco e soprattutto vatti a nascondere.
I grillini ritirano l’incombenza. Nel loro ultimo post online Grillo e Casaleggio si prendono la responsabilità di aggregarsi alla barbarie anti-immigrati smentendo clamorosamente i due senatori grillini autori dell’emendamento dal volto umano. Con patetica quanto crudele onestà Grillo e Casaleggio affermano che non avrebbero superato il 10% alle ultime elezioni se si fossero battuti per l’abolizione della Bossi-Fini. Più dichiaratamente populisti di così non si può essere! A quanto pare, per Grillo e Casaleggio forse non è giusto che la sanzione per il tentativo di immigrazione clandestina sia la pena di morte per affogamento, con proibizione a chiunque di salvare i naufraghi in mare onde evitare la correità, ma, pur di avere buoni risultati alle elezioni, si può accettare questo e, presumibilmente, altro.
A questo punto si riduce di molto la distanza fra Grillo e l’establishment italiano ma anche tra Grillo e partiti tipo il greco Krisi Avgi che in modo aperto dichiarano il loro odio assoluto per gli immigrati. Qui non c’è odio, ma ci sono ben più morti!
In particolare, quest’ultimo post di Grillo segna per me la fine dell’avventura: non della sua, che, anzi, grazie alla dinamite del populismo, è ora libera di galoppare verso nuovi più travolgenti destini, ma, più modestamente, della nostra avventura, quell’avventura in cui ci eravamo buttati con passione illudendoci di aver trovato qualcuno che fosse capace di rappresentare durevolmente l’Italia del bene, del buon senso e della competenza. Non è durato più del classico spazio di un mattino.