Allo studio di Bruxelles il prelievo forzoso delle entrate tributarie per pagare il fiscal Compact
A scanso di sorprese “populiste” o comunque sgradite nelle urne, l’Europa bancocentrica cerca di mettere a punto le linee guida dei massacri futuri prima delle elezioni: il trattato transatlantico destinato a togliere sovranità agli stati per conferirla alle multinazionali, ma anche un nuovo strumento destinato a garantire l’osservanza scrupolosa del fiscal compact, che com’è noto opererà dal 2015. Una nuova inquietante sigla di questa inquietante Ue: si chiamerà Debt o European Redemption Fund e sarà destinato appunto a redimere i vari Paesi facendo confluire nelle sue casse i debiti di ogni Stato che eccedono il 60% in rapporto al pil. Naturalmente si tratta di un programma ventennale che vedrà pure l’emissione di titoli da immettere sul mercato.
Ma naturalmente qualche stato si potrebbe trovare in difficoltà a pagare cifre che per l’Italia, allo stato attuale, sarebbero intorno ai 1100 miliardi, pagabili in tranche di circa 55 -50 miliardi l’anno fino al 2035. Magari qualche governo potrebbe pensare di non adempiere all’obbligo, pressato dalle proteste popolari (naturalmente populiste), potrebbe anche pensare di diventare euroscettico, il peccato che nei confessionali della politica ha sostituito quello di appropriazione indebita. Tanto più che dal 2016 – sempre per effetto del fiscal compact e patti correlati – il deficit di bilancio non dovrà più essere contenuto entro il 3% ma non potrà sforare più dello 0,5%, cosa che aggiunge al massacro il colpo di grazia. E allora ecco l’idea geniale: il nuovo organismo preleverebbe automaticamente e forzosamente un ventesimo delle entrate fiscali di ciascun Paese, bypassando completamente gli stati e di fatto sottraendo loro risorse tali da rendere impensabile qualsiasi reale politica di bilancio, ma anche la possibilità di far fronte ad eventuali emergenze o necessità di rilancio o redistribuzione del reddito. Una sottrazione di sovranità del tutto inedita che non si è vista nemmeno dopo le guerre perse, ma della quale nemmeno si parla pur potendo avere conseguenze disastrose e di fatto ne ha già con l’instaurazione di un’oligarchia di fatto destinata a gestire il governo della finanza.
Questa in effetti è tutta la “più Europa” che ci aspetta prima del disastro finale: quella che rapinerà alla radice le classi popolari. E che si tratti di una nuova incarnazione della politica finanziaria e bancaria oltre che del pensiero unico lo mette bene in luce la composizione della commissione di 11 membri che sta mettendo a punto lo strumento redentorio. C’è Graham Bishop, noto ultraliberista, che ha collaborato alla definizione della moneta unica, ma che come consigliere per la Camera dei comuni, sconsigliò alla Gran Bretagna di entrarvi; c’è la tedesca Claudia Buch, vicepresidente della Bundesbank; la francese Agnés Bénassy-Quéré, membro del Bruegel e consigliera di Sarcozy, la spagnola Belén Romana, una volta direttrice del Tesoro spagnolo, ma ora amministratore delegato della “bad bank” cui sono stati conferiti gli asset tossici del settore immobiliare iberico; c’è un ignoto magistrato slovacco, tale Jan Mazak che è stato avvocato generale presso la Corte europea di giustizia di Lussemburgo al quale spetta evidentemente il compito di dare la forma giuridica; la svizzera ( ma Berna fa parte della Ue e noi non lo sappiamo? ) Beatrice Weder di Mauro, ex Fmi e ora nei direttivi di Thyssen- Krupp e La Roche oltre che membro del Circolo tedesco degli esperti economici; il portoghese Vitor Bento, ultraliberista ex banchiere centrale di Lisbona e presente in molti consigli di amministrazione bancari tedeschi; l’olandese Leonardus Lex Hoogduin advisor della Banca dei Regolamenti Internazionali, tanto per non farsi mancare nulla; Ingrida Simonyte, ex ministro delle finanze della Lituania, nota pasionaria baltica di Bush jr, oltre che ammiratrice di Angela Merkel; Vesa Vihriala, membro dell’Associazione degli industriali finlandesi ed ex advisor di Olli Rehn.
Ma il capolavoro è la coordinatrice, l’austriaca Gertrude Tumpel-Gugerell, vice governatrice della banca centrale di Vienna, vice direttore dell’Fmi, ora nel cda di Commerzbank, famosa per aver aizzato gli intenti speculativi delle banche e per la sua “distrazione” nei controlli che portò al fallimento della Bawag, salvata dal suo unico azionista, ovvero il sindacato dei lavoratori austriaci che ci rimise l’intero fondo per il sostegno degli operai in sciopero, accumulato in decine di anni. Così che adesso i fondi pensione austriaci che fanno riferimento al sindacato sono gestiti dal fondo americano Cerberus. Auguri. E’ solo un caso che la gentile signora Geltrude sia sposata con le ex presidente della Camera del lavoro austriaca? Nonché presidente all’epoca dello scandalo Bawag ?
Quindi adesso lo sapete in che mani siete. E non pensiate che la mancanza di un italiano sia casuale, perché l’Italia è il pesce più grosso che deve cadere nella rete. Fate un favore, ditelo anche a quelli della lista Tsipras che magari stanno ancora giocando all’Altra Europa. Gli altri lo sanno già, ma vogliono farvi la sorpresa.
Ringrazio Marzia per le sue parole e senza assolutamente desiderare di convincerla o altro, volevo però far notare sulla base di un piccolo esempio recente come Grillo abbia la tendenza a prendere posizione in modo emotivo e poco coerente. E non ho nulla contro Grillo personalmente, le sue critiche sono generalmente condivisibili e l’ho sempre sostenuto e anche votato alle ultime elezioni. Concordo anche sul fatto che i parlamentari grillini sono tra i più attivi e combattivi, forse gli unici che meritino l’appellativo di “onorevoli”.
Prendiamo il più recente post di Grillo intitolato “Le tasse sul risparmio”. La critica di Grillo a Renzi è, nelle sue parole, che “ha aumentato il prelievo fiscale sui guadagni da investimenti finanziari portandola dal 20 al 26%. Chi ha risparmiato per una vita si è visto più che raddoppiare le imposte in due anni. Non è solo incostituzionale tassare il risparmio ma è anche immorale.”
Ora, non capisco come si possa confondere la tassazione del risparmio con la tassazione sui guadagni da investimenti finanziari. Né capisco cosa c’entri la Costituzione visto che non stiamo parlando di risparmio ma di remunerazione degli investimenti che sono sempre, per definizione, un’attività mirante al profitto e non semplicemente “risparmio”. La Costituzione tutela il risparmio, non gli investimenti speculativi.
Quando invece lo Stato mette un’imposta di bollo annuale su un conto corrente questo sì che è un vero e proprio attentato al risparmio degli italiani ed è la cosa che avrebbe dovuto far sbraitare da tempo Grillo perché rappresenta un ovvio deterrente rispetto alla necessità di incoraggiare il risparmio, come prescritto dalla nostra Costituzione. L’imposta di bollo sui conti correnti c’è ormai da diversi anni, cosa sta aspettando Grillo a fare questa battaglia che sarebbe sacrosanta?
Inoltre una reazione così forte all’aumento della tassazione sui guadagni da investimenti finanziari è una cosa che mi aspetto da Confindustria o dal mondo delle banche, non da Grillo.
Allora come possiamo chiamare questo atteggiamento contraddittorio di Grillo? E’ populismo? E’ assenza di lucidità? E’ una strizzata d’occhio al mondo del capitale?
Grillo prosegue affermando che questo incremento è finalizzato a spingere gli italiani verso i titoli di stato. Ma è proprio così? Se un BOT annuale dà attualmente lo 0,60% lordo (asta più recente) e un conto deposito di pari durata dà il due o il 2,50 lordo cosa può cambiare quello 0,6% in più nella tassazione del conto deposito? La gente continuerà a preferire la soluzione che remunera vistosamente di più rispetto ai BOT.
Non lo so, ma io mi aspetto da un leader assenza di populismo nei ragionamenti, conoscenza di ciò di cui parla o scrive, coerenza e lucidità nell’affrontare sia i piccoli che i grandi temi e mi dichiaro perciò del tutto insoddisfatto del modo con cui Grillo affronta i temi piccoli. Figurarsi allora i temi grossi! Sull’Europa, il fatto di demandare ad un referendum la decisione sull’uscita dall’euro ci dice solo che Grillo, che ci sta orientando male sulla questione infima dell’aumento di tassazione dei conti deposito, non vuole o non sa orientarci sulla questione assolutamente essenziale della permanenza o meno del nostro paese nell’euro, che è la causa prima degli immani disastri che ci stanno capitando addosso, e si trincera nel ponziopilatismo di “decida il popolo, io non ne so niente”!
Oltretutto, sa di non avere i numeri per far decidere il popolo perché in tutto questo tempo non si è smosso dal 20-25% dei consensi, che dovrebbe almeno raddoppiare per poter aver voce in capitolo. Ma anche qui, come potrà raddoppiare i consensi se la sua voce continuerà a difettare di credibilità e autorevolezza?
Rispondo volentieri a Roberto Casiraghi, come sempre uno dei migliori commentatori del Simplicissimus.
Certo che Tsipras è intelligente, la sua strategia di puntare alla guida della Grecia, con una sorta di implicita sopportazione da parte della troika (forse per questo si è schierato NETTAMENTE per il mantenimento dell’euro?), potrebbe anche funzionare. Se Tsipras fosse ciò di cui stiamo parlando. Appunto: SE.
Ma anche se fosse, cosa gli impedirebbe di fare la stessa fine di Alessandro Panagulis se poi cambiasse idea sull’euro? Non conviene mettere invece le cose in chiaro da subito, condividendendo così davvero alla nascita di un’Europa diversa?
Sugli USA non posso che concordare pienamente, la lucidissima analisi della strategia americana in Europa è ineccepibile. Noam Chomsky non avrebbe saputo essere più eloquente, ed è uno che considera gli Stati Uniti il vero stato canaglia del mondo.
Parola del più grande intellettuale americano vivente.
P.S.
Grillo & partner hanno parlato di referendum sull’euro, mi pare già un passo in avanti. Il buon lavoro che stanno facendo i deputati pentastellati nel nostro Parlamento è sotto gli occhi di tutti. Per il momento mi tengo tutti i dubbi e le riserve, ma giudico da quello che vedo
Purtroppo in Italia la Lista Tsipiras nasce con la fregatura. E prosegue pure con l’a fregatura^2 diventando il carrozzone per garantire posti a personaggi altrimenti impresentabili che hanno fatto e continuano a fare danni inenarrabili come quella Lorella Zanardo che passa la sua vita a odiare gli uomini e a vendere questo odio alle gonze che le credono campandoci di lusso.
Al posto del manicomio adesso si va a Bruxelles. Non era certo questo il senso della rivoluzione di Basaglia.
Roberto Damario si stupisce di questo balletto di sigle continuo e ha completamente ragione. L’idea che si possano creare dei trattati vincolanti che stravolgono la vita dei popoli in assenza di una preventiva approvazione dei popoli stessi tramite referendum è totalmente assurda, direi perfino contraria al diritto internazionale se non sapessi già che il diritto internazionale non è altro che un modo per legittimare la legge della giungla dove i più grossi fanno comunque quello che vogliono a spese dei più piccoli che devono invece rispettare le regole create per loro dai più grossi. Infiniti gli esempi, dall’Iraq all’Afghanistan, dalla Yugoslavia alla Libia e, sull’altra sponda, alla Crimea la cui annessione è tutto fuorché legale.
Ma torniamo ai trattati dalle sigle strane. In pratica, dopo averci messo qualcosa come 2000 anni per stabilire delle regole democratiche che tutelassero i popoli dagli eccessi del potere, i politici, come l’Onnipotente dopo il settimo giorno, guardarono la loro creazione e si dissero: “Beh, ragazzi, non è mica riuscita tanto bene ‘sta cosa. Mica vorremo davvero dare ai popoli l’ultima parola, no? Adesso dobbiamo inventarci qualcosa che svuoti la democrazia dall’interno. Qualcuno ha un’idea?”. Si alzò un americano e disse: “Che ne dite di qualche bel trattato dalla sigla strana che abbia valore vincolante per i popoli anche in assenza di una loro preventiva approvazione? Dentro ci infileremo tutto quello che serve per riprenderci tutti i poteri e tutte le concessioni che avevamo fatto.”
La reazione degli europei fu immediata e sdegnata: “Ma che dice quest’americano, le nostre costituzioni impediscono barbarie di tale natura!”
L’americano però non si lasciò smontare e ribattè così: “Scusate, ma se mettete nelle vostre tanto idolatrate Costituzioni che i trattati internazionali vanno rispettati sempre e comunque, non risolverete il vostro problema?”
“Eh già” fecero gli europei in coro, “non ci avevamo pensato. Mica male come idea. Ok, problem solved.”
E così ora ci troviamo la nostra Costituzione intasata di norme killer tipo l’obbligo di pareggio in bilancio o, appunto, la fedeltà assoluta ai trattati internazionali senza l’obbligo preventivo di approvazione tramite referendum popolare. Ma provate a guardare se nella costituzione americana c’è l’obbligo di rispettare i trattati internazionali! Soggiacere a un trattato non è diverso che soggiacere ad una nazione estera. Ecco perché gli Stati Uniti non puntano più su interventi armati in Europa perché ottengono le cose che vogliono in modo incruento obbligando le nazioni europee (attualmente tramite l’ineffabile signora Merkel, ottima esecutrice di ordini) a sottoscrivere sempre più trattati ognuno dei quali sottrae in un colpo secoli di libertà alle nazioni che li firmano.
Volevo dire a Marzia di non considerare Alexis Tsipras un utile idiota perché è una persona intelligentissima e lucida. Gli utili idioti, casomai, potrebbero essere coloro che gli hanno dato una spinta internazionale di cui il leader greco si potrà avvantaggiare per aumentare i suoi voti alle prossime elezioni greche. Tsipras è un giocatore, non un giocato, a differenza di tanti dei suoi sostenitori.
Rispetto al nuovo European Redemption Fund, di cui non sapevo ancora nulla, non rimango allucinato per il semplice motivo che sono in stato di permanente allucinazione da almeno tre anni!
Purtroppo ci presentiamo all’ultima occasione utile per fare qualcosa contro questa Europa con uno schieramento di partiti che per la maggior parte sono a favore e per una minor parte contro, ma solo a parole. Se Grillo avesse voluto dare un segnale forte di essere veramente contro questa Europa, avrebbe dovuto mettere sul tappeto almeno l’uscita dall’euro. Non l’ha fatto e dunque non è veramente contro questa Europa, punto e basta.
Non parliamo poi del fatto che nessuno dei partiti che si presentano alle elezioni ha mai detto una parola sulle responsabilità statunitensi nella nascita di questa crisi e nella gestione di essa secondo il principio che chi rompe, i cocci sono degli altri. Gli Stati Uniti sono infatti gli unici responsabili della tossicità delle banche. Non dimentichiamo infatti che le agenzie di rating, indipendenti a parole, sono uno dei bracci armati del potere USA e avevano stra-garantito i fondi tossici. Così anziché essere presi per il bavero e costretti a rimborsare tutti i paesi europei che hanno sofferto per la loro truffa finanziaria, gli Stati Uniti stanno ora usando il potere di cui dispongono per uscire dalla crisi da essi causata a spese delle loro vittime! In poche parole, ricostituiranno la ricchezza perduta con la spoliazione dei paesi europei. I politici, Grillo incluso, non hanno nulla da dire o da eccepire su questo, il che significa che o sono privi della più elementare lucidità politica, oppure sono ampiamente conniventi. In ogni caso, se c’era un’occasione in cui parlare di queste cose e dimostrare da che parte si sta era questa delle elezioni europee. Nessuno l’ha fatto e ora sappiamo come siamo messi e di chi ci possiamo fidare. Di nessuno.
..fosse solo un problema di “stelle”, oltre che di movimenti, il contesto per cui si vota… l’europa dei banchieri ne porta dodici sulla bandiera… incastonate in uno sfondo blu che a guardar bene… neanche tanto “impersonale”, in rappresentanza delle eventuali “gioie” così come dei “dolori”: la personalizzazione legata ad una eventuale partecipazione elettorale, di per se non lascerà alcuno scampo, così come non rimarrà alcuna traccia di un eventuale processo in atto, di un possibile rigetto.
ma non era il ttpi?questo è un altro trattato ho an cambiato nome?
Sono allucinata.
Di tutto questo non si trova ovviamente traccia nei media ufficiali, tutti intenti nel baciare la pantofola di Renzi e dei suoi mandatari.
Ci mancava solo l’utile idiota Tsipras a confondere le idee dei troppi fessi aficionados della sinistra tout court.
Voterò e cercherò di far votare Movimento 5 Stelle, cercando di svegliare più gente possibile anche diffondendo questo articolo.
Con buona pace di chi dalle logore coperte di cachemire del “movimentismo” radical-chich non vuole proprio uscire…