Prima o poi ce lo si doveva aspettare che ci fosse l’incidente o l’escalation. Inventato di sana pianta come l’attacco nel golfo del Tonkino, in qualche modo favorito come il siluramento del Lusitania, prodotto in proprio come l’affondamento del Maine, fantasioso come l’esistenza delle armi di distruzione di massa in Irak o semplicemente dovuto alle inevitabili e confuse conseguenze di pesanti tentativi di ingerenza che fungono oltretutto come giustificazione a posteriori. Così adesso non si sa davvero chi sia responsabile dell’abbattimento dell’areo civile malese nei cieli dell’Ucraina ed è già iniziato l’infame balletto del rimpallo di responsabilità dalle quali è difficile che l’opinione pubblica possa dipanare una qualche certezza.
I golpisti di Kiev sostengono che sono stati i separatisti filorussi ad abbattere l’aereo malese forse pensando di colpire un velivolo per trasporto truppe, Ilyuschin 76, che volava nella stessa area e alla stessa altitudine, 10 mila metri, anche se tale quota è del tutto anomala per quel tipo di missione su un territorio relativamente ristretto. I separatisti negano dicendo di non avere a disposizione quelle armi, i missili Buk, gli unici nel teatro degli scontri a poter arrivare a quell’altezza. Ed è a questo punto che si trova il nodo di ambiguità della vicenda. Perché Kiev, assieme a imprecisati esperti occidentali, sostiene due cose in contraddizione tra loro: da una parte dice che le proprie truppe non si portano dietro queste armi antiaeree visto che i separatisti non hanno aviazione e quindi si scarica da ogni reponsabilità, dall’altra sostiene che i “filorussi” dispongono di missili Buk poiché essi facevano parte della dotazione di reparti poi arresisi ai separatisti. Ma allora delle due l’una: o Kiev mente dicendo che le proprie truppe non hanno in dotazione queste armi oppure mente dicendo che i ribelli se le procurano strappandole alle proprie truppe. Contraddizione palese ma che i media occidentali si guardano bene dal sottolineare, come si guardano dal dire che l’aereo per trasporto truppe che sarebbe stato il mancato obiettivo, è il velivolo da trasporto più usato dalle truppe russe e potrebbe benissimo darsi che nel tentativo di impedire rifornimenti ai separatisti e/o magari di provocare Mosca, il tragico errore potrebbe essere stato benissimo delle truppe di Kiev.
Siamo al cuore di un’incertezza che può dare adito ad altre ipotesi: che il Buk sia stato lanciato da qualche reparto embedded che di certo non manca sul terreno oppure che sia stata tesa una trappola tipo Ustica facendo volare un velivolo da trasporto militare simile per dimensioni e tracciatura, vicino al Boeing dell’Air Malaysia: proprio la conoscenza delle caratteristiche del Buk potrebbe aver facilitato la creazione dell’incidente. Così come d’altronde si può facilmente immaginare che i filorussi siano riforniti da Mosca di armi sofisticate. Resta comunque il fatto che ai separatisti non viene alcun vantaggio da questa ennesima tragedia, mentre tutto il tornaconto va a Kiev a patto che non si riesca mai a dimostrare che c’entri qualcosa nella vicenda, cosa assai facile vista la capacità di alterare i dati o il pullulare di esperti che fanno della verità a cachet un lucroso mestiere. Basta in ogni caso l’incertezza per gettare un’ombra sui filorussi.
Ma soprattutto l’abbattimento dell’aereo di linea malese fornisce la base per un’escalation del conflitto a cui non sono per nulla interessati i ribelli ben sapendo che Putin non si farebbe mai trascinare in un confronto diretto e che invece è essenziale per il golpisti di Kiev, sia sul fronte interno che su quello esterno, oltre a fornire un alibi all’occidente per appoggiare un regime che si tiene in piedi grazie agli estremisti neo nazi. All’inizio del post ho fatto un elenco di pretesti e di incidenti creati dagli americani i quali sono divenuti maestri in quest’arte visto che la costituzione Usa vieta di aggredire per primi uno stato estero, dando luogo a una vera e propria scienza del pretesto. Avere tali consigliori come amici, anzi come protagonisti nemmeno tanto nascosti della vicenda ucraina, non può essere trascurato nel valutare i fatti, tanto più che con certezza assoluta non passeranno 24 ore senza che Obama faccia sapere che sono stati i separatisti Basta farsi una semplice domanda: cui prodest?
Di voltaire1964 ho anche letto l’ultimo post sul suo blog http://www.yourdailyshakespeare.com (a proposito, perché non farne una versione italiana?) che illustra l’invenzione degli stati nazionali ad opera di Napoleone. Il concetto è che invece di dover stipendiare costosi e infidi mercenari per combattere le proprie battaglie di potere come succedeva prima, l’invenzione degli stati nazionali consente ai proprietari del mondo di disporre gratuitamente e liberamente di carne da cannone che in cambio della fornitura di una identità nazionale (italiano! francese! inglese! americano!) sarà più che felice di mettere a disposizione la propria vita.
Anche in questo caso, però, dubito che l’idea sia stata di Napoleone. Ormai è chiaro che i presidenti, i capi di stato, i primi ministri sono solo degli impiegati di rango superiore ma pur sempre degli impiegati al servizio di chi muove gli eventi e il loro ruolo è quello di interpretare le direttive che vengono dall’alto e di essere il volto di chi preferisce stare nell’ombra. Il fatto che in tutti questi anni risulti intercettato il mondo intero ma non esista neppure un’intercettazione sugli incontri che si svolgono tra politici e padroni del vapore nelle migliaia di convegni e incontri che si svolgono più o meno alla luce del sole la dice lunga su una cultura della segretezza e intrasparenza che vede i VIP della terra compattamente uniti in un’autentica congiura contro la pace e il benessere dei popoli.
I vitriolici attacchi contro lo scrittore dell’articolo, che pure mi sembra obiettivo, dimostrano quanto presente, profondo e ineradicabile sia il dogmatismo ideologico. Sarebbe bello poter dire ‘presente in pochi’ – purtroppo non e’ cosi’. Qui negli US of A, c’e’ un grande e influente numero di persone per cui il mondo e’ stato creato 6000 anni fa, e per i quali tutte le altre prove, incluso il metodo della datazione via decadenza radioattiva sono fandonie.
Per quelli che non hanno ancora portato il cervello all’ammasso, mi permetto di fare riferimento al blog (link in calce) dove ho riportato verbatim (e i lettori possono trovare la stessa informazione in rete) un estratto dell’ “Operazione Northwood”, progettata dal Pentagono e dalla CIA. Consisteva nel creare incidenti e assassini di cittadini americani nel paese, per poi darne la colpa a Fidel Castro – giustificando quindi l’invasione di Cuba. Kennedy non ci stette e (ipotesi plausibile ma non confermata), divenne il classico “nemico numero uno” dell’establishment militar-politico, e quindi da far fuori.
Per quel che vale, l’articolo di Alberto C. Minutolo mi sembra chiaro, leggibile e comprensibile. L’accusa allo scrittore di cattivo italiano conferma un fatto probabilmente ovvio a chi usa il cervello per pensare (invece del culo). Che mancando argomenti logici per sostenere la propria tesi, l’arma di ripiego preferita e’ l’insulto.
Link sopra-riferito: http://yourdailyshakespeare.com/shakespeare-and-the-anniversary-of-kennedys-assassination/equalities
Ho già diverse volte espresso l’opinione che uno degli scenari possibili di questo frammento iniziale di secolo sia quello di una terza guerra mondiale che si sta preparando a poco a poco secondo linee analoghe a quelle che sono state collaudate con così tanto successo nella prima e nella seconda guerra mondiale. Chi pensa alle guerre mondiali come a tragedie dovute sostanzialmente a fatalità o ad uno sfortunato intreccio di errori e di circostanze dimentica che le guerre mondiali non sono un incidente di percorso, come tendono a farci credere i libri di storia, ma costituiscono invece il più grande business che la mente umana sia in grado di concepire in quanto costringe le nazioni a svenarsi economicamente una prima volta per dotarsi di armamenti adeguati e a risvenarsi poi per ricostruire tutto ciò che è stato distrutto durante il conflitto.
Non si tratta quindi di un business solo per chi fabbrica armi o eroga servizi ad uso militare o finalizzati alla ricostruzione di infrastrutture distrutte ma lo è soprattutto per chi presta alle nazioni il denaro che serve loro per comprare armi e servizi bellici e per chi, una volta realizzata compiutamente la distruzione totale di intere nazioni, potrà intervenire sia per prestare il denaro che serve alla ricostruzione sia per comprare a poco prezzo cose che, nel caos determinato dalla guerra, non valgono ormai più nulla. Inoltre, e lo sappiamo bene noi europei sottoposti ultimamente al ricatto dello spread, dove ci sono prestiti ci sono anche cessioni più o meno nascoste di sovranità da parte degli stati, altro vantaggio del fare le guerre.
La gente ha un’idea molto positiva del marketing. Ma il marketing delle armi, per esempio, è identico a quello di chi fabbrica pannolini. La logica è la stessa. Chi fabbrica pannolini sponsorizzerà le campagne che mirano a rilanciare le nascite e chi fabbrica armi si porrà il problema di creare quante più occasioni di guerra possibile agendo sulle tensioni presenti nelle comunità umane, nelle zone di frontiera, nei paesi dove esistono rancori storici mai sopiti e dove, insomma, è facile scatenare la scintilla che porta alla guerra. L’unica differenza tra le due situazioni è che chi fabbrica pannolini non controlla di solito gli uomini politici del globo, non ha patti e contropatti con i servizi segreti, non è colluso con la finanza speculativa e non è parte di quella paramassoneria che controlla il mondo. E lo controlla perché da sempre abbiamo mitizzato la segretezza (si pensi alla popolare figura di James Bond che trasforma il lavoro più sporco e immorale che esista, quello dell’agente segreto, in un elegante minuetto viennese) ignorando che il vero ruolo della segretezza non è quello di difendere gli stati ma di permettere di sgambettarli. La segretezza serve infatti a fabbricare potere nascosto. E nell’ombra, durante i secoli, di potere nascosto se ne è fabbricato talmente tanto che oggi persone che neppure conosciamo possono incontrarsi per prendere la decisione di iniziare la terza guerra mondiale sulla testa di tutti i presidenti Obama, Putin o Xi Jin Ping di questo mondo.
..la cosa più assurda è sempre la presunta normalità di vita
quotidiana lasciata alla mercè di un conflitto nell’estensione
di una ferocia del contendere; ferocia che ingiustificata viene
mossa cinicamente ad alibi di una strategia di sopravvivenza… annullandone ogni essenza.
Ragazzi, fati solo i fatti.
Quando filo russi smentiscono di avere i mezzi per abbattere aerei, allora vuol dire che stessi Ucraini si sono abbattuti da solo loro aerei, parliamo di quelli abbattuti in ultimi giorni, ma che vadano a raccontare le cose al interno di loro regime Russo.
Ora di far chiarezza sulle cose, sicuramente Ucraini hanno delle loro colpe sul conflitto, però addebitare abbattimento di un aereo civile a loro mi sembra fuori logo.
Ripeto seguite i fatti delle ultime settimane, e ne avrete delle risposte, poi svariate video, commenti postati, intercettazione della conversazione tra filo russi…
A parte tutte le opinioni personali ed i riferimenti ai “golpisti” o “regime nazi-fascista di Kiev”, mi fa piacere sottolineare come la linea di ragionamento sulla presunta contraddizione ucraina sia banalmente sbagliata:
1. gli ucraini non sparano missili in quanto i separatisti non hanno aviazione (ce li hanno i missili in dotazione, ma non li usano a Sloviansk in quanto non ci sono obiettivi volanti da colpire)
2. i separatisti sparano missili che provengono dai materiali ucraini, materiali che hanno avendo preso possesso delle dotazioni ucraine pre-separatismo.
Dovè la “contraddizione”
Per piacere, se dovete fare propaganda, fatela cercando di fregare i creduloni in maniera intelligente, e non così, con questi ragionamenti da due soldi che non stanno in piedi neanche il tempo di bere un caffè.
Ora ho una domanda io: cui prodest parlare male dell’Ucraina e difendere la Russia?
Ho anche io il mio ragionamento da 2 lire. Giova a chi ci guadagna…
Saluti.
Gabriele
Se è vero che la rotta del Boeing malese non è stato un caso isolato, ma che molti aerei civili regolarmente percorrevano quella rotta, viene davvero da chiedersi perché mai i “ribelli” abbiano pensato di abbattere quello e non altri aerei. Il sospetto che siano stati attirati in un trappola, tramite aereo militare che volava al fianco, è alquanto fondato.
Come ti permetti di commentare non un fatto ma quello che è il popolo Ucraino e il suo governo?Commenta i fatti e i fatti se non sei un sporco filo russo sono che hanno sparato i separatisti e questo è certo! Senti le registrazioni di STRILKOV sai chi è? O scrivi come Giulietto Chiesa stronzate senza neppure avere una idea? Pensa la nostro di governo che sta cambiando la costituzione assieme ad un puttaniere! Vergognati!
se almeno scrivessi come Giulietto Chiesa dimostreresti una qualche conoscenza della lingua italiana. E sarebbe già un ottimo risultato.
Prima studia, leggi la storia, quarda la geopolitica internazionale, analizza i fatti in Ucraina e poi se hai un pò di amor di verità taci.
Tu sei un emerito cretino e se vieni con me in Ucraina te lo dimostro ” regime nazi fascista di Kiev???'” La verità ti distruggerà denemte
Emerito imbecille….sei tu!